È accusato di aver sgozzato, con le proprie mani, almeno cento persone. Tanto da aver conquistato, negli anni trascorsi nello Stato islamico, il soprannome di “boia di Raqqa“. In più, per le autorità belghe, è sospettato di essere coinvolto negli attentati di Bruxelles del 22 marzo del 2016, in cui morirono 35 persone. Dal suo conto corrente, infatti, partirono 3500 euro in favore di Mohammed Ali Abrini, l’uomo col cappello, protagonista dell’esplosione della bomba all’aeroporto. Si chiama Anouar Haddouchi, nome di battaglia Abou Souleyman al-Belgiki, ha 35 anni e viene dal Belgio. Lo incontriamo, ora che è prigioniero delle Ypg (i battaglioni del Kurdistan siriano alleati degli Usa) nella cittadina di Rmeilan. “Voglio tornare a casa, voglio una vita normale per me e per la mia famiglia“. Haddouchi è stato arrestato a marzo, dopo la caduta di Baghouz, l’ultima roccaforte dell’Isis, insieme alla moglie Julie Maes. Nei campi allestiti dalle forze curde per i famigliari dei combattenti di Daesh, ci sono anche i suoi quattro figli. E ci rivela un particolare inquietante: “Ci sono prigionieri pronto a combattere ancora per l’Isis”.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione