Lunedì 7 ottobre arriva in Aula per la terza e ultima lettura il ddl di riforma costituzionale per la riduzione delle poltrone. Il voto è previsto per martedì 8. Il ministro degli Esteri 5 stelle ha invocato un appoggio che vada oltre la maggioranza. Per ora solo la leader Fdi, tirata in ballo dal M5s perché tra le più assenteiste, ha ribadito che i suoi sono sempre stati a favore
I parlamentari si preparano al voto finale per tagliare se stessi. La riforma che propone la riduzione di 230 deputati e 115 senatori arriva infatti a Montecitorio per l’ultima lettura lunedì 7 ottobre: il via libera definitivo al ddl che modifica la Costituzione è atteso per martedì pomeriggio. “Sono emozionato”, ha detto oggi il capo politico M5s Luigi Di Maio che sul via libera alla riforma aveva vincolato la partenza del governo Conte 2. “Non mi aspetto solo un voto di maggioranza, ma un voto trasversale del Parlamento”. E chi non lo farà, significa che “sceglierà la poltrona al cambiamento”. In mattinata sul Blog delle Stelle, era apparso un post rivolto agli assenteisti per chiedere che cosa intendessero votare: tra i parlamentari citati anche la leader Fdi Giorgia Meloni. Che ha replicato poco dopo: “Perché attaccano frontalmente l’unico partito (Fratelli d’Italia) che ha votato la proposta dall’inizio pur essendo all’opposizione? Cercano di distogliere l’attenzione dal Pd, loro alleato, che aveva sempre votato contro, e ora potrebbe, alla chetichella, far mancare i numeri necessari all’approvazione? La vera domanda a cui dovrebbero rispondere è: se il Pd, Leu e Italia Viva fanno mancare i numeri, faranno cadere il governo?”.
La riforma per essere approvate richiede, come previsto dalla Costituzione, la maggioranza assoluta nella seconda lettura, 316 voti. Essendo alla seconda lettura, non è possibile fare modifiche al testo. Proprio il primo ottobre scorso, al momento del voto in commissione sul disegno di legge, Fi e +Europa hanno votato contro. Lega e Fratelli d’Italia invece erano assenti. Nelle scorse tre letture, il Partito democratico ha sempre votato contro, ma per dare il via libera al nuovo esecutivo ha trovato un’intesa con i 5 stelle: daranno il via libera a patto che siano inserite alcune garanzie ulteriori di rappresentanza e che sia fatta la riforma della legge elettorale. Il timore è che, una volta in Aula, non tutti i parlamentari dem seguano l’indicazione del partito. Resta da capire anche come si comporterà il Carroccio, l’ex socio di governo dei 5 stelle che ha sempre sostenuto la riforma e che ha fatto saltare l’esecutivo proprio poche settimane prima di arrivare alla calendarizzazione della riforma. “Non mi aspetterei sorprese da parte delle forze di maggioranza”, ha dichiarato la deputata M5s Anna Macina, “mi meraviglierei di più se al momento del voto finale alcune forze politiche che ora sono all’opposizione e che hanno sempre votato favorevolmente al taglio risultassero assenti o addirittura votassero in modo contrario”. Il riferimento è al Carroccio che potrebbe non presentarsi o decidere di non votare. Però su questo punto Salvini si è sempre speso chiaramente, dicendo che i suoi non si sarebbero tirati indietro una volta che la legge fosse arrivata in Aula.
Non a caso Di Maio, intervenendo in giornata da Terni, ha detto di augurarsi che il sostegno alla legge sia il più ampio possibile: “Leggo di alcune forze politiche che vorrebbero assentarsi, di parlamentari di opposizione che non vorrebbero venire in Aula. Vorrà dire che gli manderemo una piccola poltrona a casa per ricordargli che in un momento storico hanno scelto le poltrone al cambiamento”. Per Di Maio quella del taglio dei parlamentari “è una battaglia che condivide oltre il 90% degli italiani. Sono molto emozionato, perché in due ore di lavoro, si vota e ci sono 345 poltrone in meno, stipendi in meno e anche meno burocrazia”. Sul Blog delle Stelle invece, sotto accusa sono stati messi gli assenteisti: “Avranno il coraggio di votare insieme a noi?”, si legge. Il M5s cita i dati “disponibili su Open Parlamento, che assegna il podio per il maggior numero di assenze alla Camera a Michela Vittoria Brambilla, deputata di Forza Italia, con il 98.21% assenze”. Ma “ai vertici della classifica dei deputati più assenteisti ci sono anche nomi “insospettabili” come quello di Giorgia Meloni. “La leader di Fratelli d’Italia”, si legge nel post, “è molto presente sui social e sulla stampa, ma dovrebbe spiegare ai suoi elettori come mai con il 74.91% di assenze alla Camera ha saltato ben 3.260 votazioni su 4.352”. A queste parole la Meloni ha replicato dicendo che i suoi hanno sempre sostenuto la riforma. E che invece bisognerà capire come si comporteranno gli altri.
Tra chi dovrebbe votare a favore c’è anche Italia viva. “Non capisco che dubbi ci possano essere: c’è un impegno della maggioranza e dunque voteremo”, ha detto la capogruppo Maria Elena Boschi. Il centrodestra, reduce da un vertice con Berlusconi, molto probabilmente si coordinerà. Il capogruppo in Commissione, Francesco Paolo Sisto ha annunciato una decisione entro martedì, quando si tornerà a riunire il gruppo. “Cambiamo!”, la nuova formazione di Giovanni Toti, ha invece già sciolto la riserva per il Sì.