Sono “già note per la loro militanza nel movimento di estrema destra Casapound” le tre persone arrestate dagli uomini della Digos perché accusate dell’aggressione ai danni di ragazzi del cinema America avvenuta a Trastevere, nel centro di Roma, lo scorso 16 giugno. Lo specifica il gip Clementina Forleo nell’ordinanza con cui ha disposto i domiciliari per Matteo Vargiu (23 anni), Stefano Borgese (38 anni) e Marco Ciurleo (23 anni). Secondo l’accusa, ha partecipato al pestaggio di quattro giovani incrociati tra i vicoli di Trastevere per via della maglietta con su scritto “Piccolo cinema America” che uno di loro indossava.
Le indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Roma, scattarono subito dopo l’aggressione ai danni dei quattro amici che stavano concludendo la serata dopo aver assistito, in piazza San Cosimato, a una proiezione organizzata dal cinema America. Gli investigatori sono risaliti ai tre anche attraverso le testimonianze delle vittime e le immagini di videosorveglianza. Le quattro vittime erano state assalite da una decina di 30enni: “Hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista, levati subito ‘sta maglietta, te ne devi andare via da qua”. E giù bottigliate, pugni, insulti e testate. La denuncia era arrivata da uno dei ragazzi aggrediti, David Habib, 20 anni, ex studente del Liceo Virgilio che era stato ricoverato d’urgenza al Fatebenefratelli. Lo scorso 18 giugno gli agenti avevano identificato quattro persone.
“A repentaglio l’incolumità e la tranquillità degli altri cittadini”
“Sussistono all’evidenza le esigenze cautelari agevolmente desumibili dalle specifiche modalità e circostanze dei fatti per cui si procede e in particolare dell’allarmante gravità delle condotte“, scrive ancora il gip Forleo nell’ordinanza, spiegando le motivazioni con cui ha accolto la richiesta del pm Eugenio Albamonte. Nel giustificare la necessità dei domiciliari, il gip sottolinea che il movente dell’aggressione “può dar luogo alla reiterazione dei fatti analoghi in ogni contesto spaziale e temporale ai danni di chiunque sia inquadrabile, anche in astratto, come portatore di idee politiche differenti, mettendo anche a repentaglio l’incolumità e la tranquillità degli altri cittadini“. I tre, secondo il giudice, si “sono resi responsabili in passato di azioni analoghe“.