La gestione dei rifiuti è il metro per misurare il funzionamento di un’economia circolare. Il primo obiettivo è produrne di meno e meno pericolosi. È la parte legata alla prevenzione, che dipende in gran parte da una maggiore efficacia dei processi di produzione e da una maggiore consapevolezza del consumatore sulle possibilità per allungare il ciclo di vita di un prodotto (gli aspetti analizzati nelle precedenti schede). Per misurare quanto si è vicini a questo obiettivo, un indicatore è quello che misura la quantità di rifiuti urbani prodotti per numero di abitanti. Si tratta dei rifiuti generati dalle famiglie, dalle attività commerciali, dagli uffici e dalle istituzioni pubbliche. L’Italia, spiega il rapporto sull’economia circolare in Italia del 2019, ha valori storicamente in linea o leggermente superiori alla media Ue.

Il secondo obiettivo in una gestione dei rifiuti circolare riguarda il loro riutilizzo o il riciclaggio dei materiali che lo compongono. Se non è possibile, il passaggio successivo è il recupero di alcune parti, anche se per scopi diversi da quello originale. L’altra opzione può essere la conversione in energia termica o elettrica. Tutto questo serve a ridurre al minimo la parte di rifiuti destinata allo smaltimento. Nel dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato un piano d’azione sull’economia circolare adottato nel maggio 2018: tra gli obiettivi ci sono il 65% di riciclaggio dei rifiuti urbani entro il 2035, il 70% per il riciclaggio dei rifiuti d’imballaggio entro il 2030, la riduzione del collocamento in discarica a un massimo del 10% dei rifiuti urbani entro il 2035 e l’obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti organici entro il 2023 e per i rifiuti tessili e i rifiuti domestici pericolosi entro il 2025.

La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani fornisce un significativo indice riguardo la capacità di un sistema di consumo e di produzione di convertire in una nuova risorsa i rifiuti generati dai consumatori. L’Italia è migliorata nell’ultimo decennio, raggiungendo nel 2016 il livello medio dell’Ue, come racconta il rapporto sull’economia circolare in Italia, ma resta ancora indietro rispetto ai livelli già oltre il 60% raggiunti in Germania. Se si considerano invece tutti i rifiuti, il tasso di riciclaggio italiano è stato finora superiore alla media Ue e a quello dei grandi Paesi europei.

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