Esprime ottimismo in mattinata (“Siamo fiduciosi. La Commissione Ue naturalmente aspetta la manovra di bilancio, è su quella che si esprime”, ha detto lasciando Confindustria), poi nel pomeriggio delinea i contenuti della legge. “Seguiremo una strategia su tre assi: il rilancio degli investimenti, la riduzione della tassazione sul lavoro e la coesione sociale”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento al Def. Per questo obiettivo della manovra è “evitare l’inasprimento della pressione fiscale”, disattivando gli aumenti Iva per “23 miliardi”. Ma ci saranno anche “nuove politiche per rilanciare la crescita: la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, il rilancio degli investimenti, l’aumento delle risorse per istruzione e ricerca e per rafforzare il servizio sanitario“.
L’Imposta sul valore aggiunto che tanto incide sui consumi non aumenterà, assicura Gualtieri, ma non sono esclusi ritocchi: “La rimodulazione dell’Iva non c’è nella Nadef, c’è la completa sterilizzazione, quindi l’aumento dell’Iva non è una delle fonti di finanziamento della manovra” ma “questo non esclude che si possano valutare rimodulazioni” per avere un “più equo ed efficace meccanismo delle aliquote” al momento “non sempre razionale”, ha spiegato il ministro, sottolineando che ritocchi Iva possono “anche costituire un volano a incentivi a forme di pagamento digitale“.
Sulla flat tax il governo sta valutando il da farsi. A chi gli domanda di un allargamento della tassa piatta per le imprese, il titolare di via XX Settembre risponde: “La misura non è in vigore né è stata neanche chiesta. Offre comunque caratteri di virtualità e profili di iniquità. Intenzione del Governo è quella di non confermare la misura. Per quanto riguarda la flat tax attuale il mio giudizio è che presenta numerosi profili critici ma l’orientamento del governo è quello di evitare interventi che modifichino le regole del gioco, ma ci sono molti profili critici”.
Nel complesso “la pressione fiscale che sarebbe salita dal 41,9% al 42,6% scenderà di diversi decimali sia rispetto al tendenziale del 2020 ma anche nel 2019″, assicura Gualtieri. Mentre sul piano della spesa pubblica l’attuale scenario tendenziale indicato nella Nadef “incorpora un risparmio di circa 6,8 miliardi di interessi, una cifra significativa”, con la spesa che passerà “dal 3,2% del Pil al 3,1% del 2021, al 2,9% del ’22: rispetto al 3,6% della scorsa primavera. “Una ripresa della crescita nominale e il miglioramento del saldo primario unitamente ai bassi rendimenti sui titoli che auspichiamo si possano ulteriormente ridurre” porteranno, poi, il debito al “130,4% nel 2022”.
Chiare le idee sugli 80 euro: “Il bonus non sarà eliminato: è comunque intenzione del governo avviare una più generale riforma dell’Irpef, ma non si può fare nei pochi giorni che ci separano dalla manovra. La gatta frettolosa fa gattini ciechi…”. Ora per l’esecutivo “la priorità è la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente. E’ una priorità indicata dal Governo che non esaurisce uno sforzo più ampio”. Nei piani c’è quello di mettere “674 milioni per il credito di imposta al Sud”. “E’ una misura importante – ha aggiunto Gualtieri – che può insieme ad altre, come l’industria 4.0, essere un volano importante”. Mentre sono “una fake news” le voci che vedrebbero le famiglie diventare sostituti di imposta per le badanti che impiegano.
“Nel triennio saranno appostate in bilancio risorse aggiuntive per investimenti pubblici e privati per 15 miliardi“, ha proseguito Gualtieri. Che in mattinata aveva spiegato che il tutto avverrà “con una forte interfaccia europea ed è importante quanto chiamato dal Commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni con l’impegno a un piano europeo per la mobilitazione di investimenti per 1.000 miliardi con l’European green new deal“. “Anche la revisione del Patto di stabilità e crescita europeo deve offrire un quadro più favorevole agli investimenti che si collocano in questo progetto europeo”.
Sul fronte interno l’altro obiettivo è rilanciare i consumi: “Il principale punto di debolezza dell’economia italiana ma anche di quella europea è la debolezza della domanda interna ed è da qui che dobbiamo agire”. Ci sono comunque – secondo il ministro – “segnali incoraggianti dal mercato del lavoro e tuttavia il tasso di disoccupazione è su livelli medi troppo elevati” così come il tasso della disoccupazione giovanile.