Lo scorso 26 settembre a Piazzapulita ho avuto l’occasione di interloquire con il professor Mimmo Parisi, il nuovo Presidente dell’Anpal Servizi – Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro istituita nel 2015 e che ha raccolto l’eredità di Italia Lavoro S.p.A., nata nel 1997 per la promozione, la progettazione, la realizzazione e la gestione di attività e interventi finalizzati allo sviluppo dell’occupazione sull’intero territorio nazionale, con particolare riguardo alle aree territoriali depresse e ai soggetti svantaggiati del mercato del lavoro.
Mimmo Parisi è il direttore del National strategic planning and Analysys Research Center dell’Università del Mississippi, l’uomo a cui il governo ha affidato la difficile sfida di riorganizzare i centri per l’impiego, le strutture pubbliche che veicolano il reddito di cittadinanza. Al professor Parisi ho fatto una precisa domanda: in Anpal ci sono 654 lavoratori precari che aspettano la stabilizzazione (che controsenso, no? Il reddito di cittadinanza che si regge sulle gambe dei precari). “Quando li stabilizzerete?”. Parisi ha risposto così:
“Stiamo utilizzando anche tecnologie cosiddette on-line, cioè l’apprendimento on line. Siamo consapevoli del limite che abbiamo dal punto di vista delle risorse umane per fare la formazione classica, quindi ci siamo attrezzati con tecnologie, siamo anche consapevoli del precariato e quindi abbiamo anche affrontato questo problema. Abbiamo fatto per la prima volta un piano industriale di 400 assunzioni che partirà nel prossimo mese”. E alla richiesta sui tempi previsti, Parisi ha risposto: “Noi pensiamo entro la fine dell’anno se tutto va bene 200 persone, gli altri 200 entro il 2020”.
Il 3 ottobre si è svolto un tavolo al ministero del Lavoro alla presenza della ministra Nunzia Catalfo e anche di Parisi e a quanto pare il piano industriale presentato da quest’ultimo non prevede la stabilizzazione dei precari storici, ma un nuovo concorso pubblico aperto a tutti.
Ho sicuramente frainteso io le parole del professor Parisi, avrei dovuto probabilmente chiedere: “Scusi, ma cosa intende quando dice faremo 400 assunzioni? Intende stabilizzazioni?” Ma sinceramente la domanda era molto chiara e diretta. Stavamo parlando di stabilizzazioni dei precari.
C’è sicuramente una motivazione logica se invece di stabilizzare 654 precari storici, già formati e competenti, con alle spalle anche otto, 12, 15, 18 anni di esperienza, pronti a far decollare la fase 2 del reddito di cittadinanza senza nessun bisogno di ulteriore formazione, se ne vogliono assumere 400 nuovi con un concorso aperto a tutti. Ma sinceramente a me questa motivazione logica sfugge. É una gara che ha tutta l’aria dell’ennesima guerra tra poveri che sognano un lavoro stabile, duraturo, dignitoso, con il riconoscimento di diritti sacrosanti.
Così ieri, per carpire e riportare correttamente la loro motivazione, ho posto la domanda (la ribadisco: perché un nuovo concorso pubblico, aperto a tutti, quando ci sono già 654 lavoratori precari formati da stabilizzare?) direttamente all’Anpal Servizi, al professor Parisi e alla ministra Catalfo. L’ho fatto attraverso i miei social e mi stanno arrivando decine di storie precarie. Ecco le donne e gli uomini che si occupano di politiche del lavoro, inserimento, welfare sociale, disoccupazione e crisi aziendali.