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Platinette: “Ho avuto una storia con un giornalista di Torino, un pezzo grosso della Stampa che firmava con tanto di foto”

A rivelarlo in un'intervista al settimanale Diva e Donna è Mauro Coruzzi in arte Platinette, che si è raccontato a cuore aperto, parlando della sua vita privata

di F. Q.

“Ho avuto una storia con un giornalista di Torino, un pezzo grosso della Stampa che firmava con tanto di foto. Ha sposato una mia amica, anche lei cicciona”. A rivelarlo in un’intervista al settimanale Diva e Donna è Mauro Coruzzi in arte Platinette, che si è raccontato a cuore aperto, parlando della sua vita privata. “Non ho una storia da anni – ha confessato -. Non amo la vita in comune. Le nozze dello stesso sesso mi fanno senso, mi sembrano una triste parodia delle coppie etero. Il mio vuoto è l’occasione per generare creatività. Creare oggi è la mia compagnia. Questo certo non favorisce i rapporti, allontana gli intenzionati. Ma poi, dimmi, a chi cavolo posso piacere oggi? Solo a degli psicopatici”.

“L’ultima persona con cui sono stato è un chirurgo estetico di Parma. Un pezzo d’uomo di 2 metri. Aveva una doppia vita. La famiglia a casa e con me a Courmayeur in hotel lussuosi. Io, signora borghese anni ’70, con il set di perle. Gli piacevano i ciccioni. Sposò una nefrologa più grassa di me. È diventato lui stesso più grasso di me”. In gioventù invece “ho avuto in tutto un paio di fidanzatine scolastiche. L’ultima è un ex tecnico di radiologia da poco in pensione. Rimase incinta di me. Eravamo due ragazzini. Un dramma – ha rivelato Platinette -. Non c’era ancora la legge sull’aborto. Mi rivolsi alla radicale Adele Faccio, che ci salvò. Ci suggerì una clinica a Firenze. Era l’anno della maturità. A seguire, lei cominciò ad avanzare pretese di coppia”.

Intanto, “io scopro l’altro mio mondo. Svelo le carte. Lei viene a vedermi una sera con le amiche in un locale dove debuttavo come Platinette, che allora si chiamava Oscar Selvaggia. Avevo il garofanino verde e presentavo il mio spettacolino: ‘Olè olè, inizia il défilé’. Lei rideva come una bestia. Abbiamo continuato per un po’ a sentirci. Poi si sposa con un medico, hanno un figlio e un anno a Natale mi fa: “Perdonami, dobbiamo finirla qui, mio marito non apprezza che ci sentiamo”.

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