Il Capo dello Stato, in visita ufficiale in Danimarca, si augura che le misure non vengano mai applicate dagli Usa. Istat: "La loro introduzione impatta in modo significativo su un numero limitato di prodotti di eccellenza della nostra filiera agro-alimentare"
Si augura che i dazi non vengano mai attuati, perché “si rischia una spirale che contraddirebbe lo spirito euro-atlantico”. Motivo per cui per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “serve una risposta unita dell’Unione Europea. Nessun Paese da solo può pensare di risolvere la questione dazi”. Il Capo dello Stato, in visita ufficiale in Danimarca, parla della questione dazi previsti dagli Stati Uniti dopo il via libera del Wto. Salvi il prosecco e l’olio di oliva, ma a essere colpiti saranno Parmigiano reggiano, pecorino, provolone e prosciutto, anche se di suini non domestici (sono esclusi i dop). Mattarella si augura che “l’applicazione delle misure non venga mai attuata. Abbiamo a cuore – ha aggiunto – il rapporto con gli Usa e dobbiamo insieme lavorare per recuperare lo spirito originario dei rapporti transatlantici”. Del nodo dell’applicazione dei dazi americani ai prodotti europei il presidente Mattarella ne ha parlato con la prima ministra danese Mette Freder Iksen e nel colloquio di oggi colloquio ha anche approfondito il delicato dossier sui migranti, l’emergenza climatica e il bilancio europeo.
In tema di dazi è intervenuta oggi l’Istat che ha calcolato “il valore economico” dei prodotti colpiti dalla misura “a circa 400 milioni di euro” nel 2018. Una cifra che incide “per meno dell’1% sull’export nazionale verso gli Stati Uniti, rappresentando quasi il 10% del valore economico delle vendite di prodotti alimentari italiani negli Usa”. Il presidente Istat Gian Carlo Blangiardo in audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef a Palazzo Madama, ha inoltre aggiunto che “l’imminente introduzione di nuovi dazi all’importazione negli Stati Uniti, secondo una logica di tipo selettivo differenziata per tipologia di prodotti a seconda del paese Ue di provenienza, impatta in modo significativo su un numero limitato di prodotti di eccellenza della nostra filiera agro-alimentare”.