L'errore era stato corretto una prima volta, ma ripetuto nei decreti di autorizzazione successivi. Le conversazioni erano state considerate nulle dalla Cassazione
Erano state dichiarate inutilizzabili dalla Cassazione le intercettazioni che, per la Dda di Napoli, incastravano un gruppo criminale di presunti narcotrafficanti. Per una doppia svista il gip aveva autorizzato le captazioni telefoniche, ma non ambientali. L’errore era stato corretto una prima volta, ma ripetuto nei decreti di autorizzazione successivi. E quindi gli imputati sono stati assolti e scarcerati dal gup di Napoli. A riportare la vicenda è il Corriere del Mezzogiorno che racconta come la decisione del giudice per l’udienza preliminare sia stata salutata da una “festa” con fuochi d’artificio. Imputati nel processo tra gli altri: Giuseppe, Eduardo e Vincenzo Casella ritenuti dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli ai vertici del gruppo omonimo attivo nel quartiere Ponticelli.
Secondo gli inquirenti i tre sarebbero responsabili dell’omicidio di un pusher e, nelle intercettazioni ambientali raccolte, impartivano ordini di ogni tipo, distribuzione di soldi agli affiliati ed emergeva l’attività di confezionamento della droga. “A quello dobbiamo raggiungerlo e sparargli nelle gambe fin dove abita” una delle frasi inutilizzabili. Da quanto è risultato, però, il pm aveva richiesto le autorizzazioni per intercettare al telefono, in casa e nelle auto dei sospettati, ma il giudice per le indagini preliminari aveva per errore concesso un via libera parziale. Il Tribunale del riesame aveva sostenuto che il gip aveva autorizzato tutte le “tutte” le intercettazioni richieste, ma gli ermellini non sono stati dello stesso avviso. Del difetto di procedura si sono avvalsi gli avvocati dei 14 presunti affiliati al gruppo, che hanno ottenuto l’assoluzione dei loro assistiti per non aver commesso il fatto. La Dda aveva chiesto pene fino a 20 anni.