Inchiesta sulle nozze tra il cantante palermitano e la vedova del boss Gaetano Marino celebrate il 25 marzo scorso e sul flash mob che bloccò piazza del Plebiscito il giorno precedente: perquisizioni e sequestri. Tra gli indagati anche 2 ufficiali della polizia municipale, 3 vigili urbani, un membro dello staff della segreteria del sindaco e una dipendente comunale. Il fratello del sindaco, che si dice estraneo ai fatti e danneggiato dalla vicenda, avrebbe fatto da tramite con il Comune per le autorizzazioni
Sulle nozze con tanto di giocolieri, parate e una carrozza bianca trainata dai cavalli, celebrate il 25 marzo 2019 tra il cantante neomelodico Tony Colombo e Tina Rispoli, vedova del boss degli scissionisti di Secondigliano Gaetano Marino, ucciso a Terracina il 23 agosto 2012, è stata aperta un’inchiesta. Fra i 9 indagati non solo lo sposo, ma anche Claudio de Magistris, fratello del sindaco di Napoli. Al centro dell’inchiesta anche il flash mob che avrebbe bloccato piazza Plebiscito il giorno prima del matrimonio e che non sarebbe stato autorizzato in alcun modo. Ne era nata una polemica già nelle ore immediatamente successive alla celebrazione, sfociata ora in un fascicolo d’indagine.
L’INCHIESTA – Come riporta il quotidiano Il Mattino, infatti, su disposizione della Dda di Napoli, lunedì mattina i carabinieri hanno eseguito diverse perquisizioni e sequestri di materiale sia negli uffici del Comune, che presso le abitazioni degli indagati. Oltre a Tony Colombo e al fratello del sindaco, sono stati iscritti nel registro del pubblico ministero due ufficiali della polizia municipale, tre vigili urbani, un membro dello staff della segreteria del sindaco e una dipendente comunale.
LA POLEMICA – Proprio la polizia municipale era intervenuta nella polemica, sottolineando che la carrozza, che ha attraversato corso Secondigliano il giorno delle nozze per poi fermarsi all’esterno della Basilica di San Francesco da Paola, era “stata fermata e sanzionata”. Su quanto accaduto la sera prima del matrimonio, era invece intervenuta Alessandra Clemente, assessore alla Polizia municipale della giunta De Magistris: “Ci era stato solo comunicato dagli organizzatori un flash mob in piazza del Plebiscito, invece dalle immagini che abbiamo acquisito nella piazza si è svolto un mini concerto con installazione di un box, un palco, luci, musica, band”. Per l’occasione, in piazza del Plebiscito sarebbero arrivate “auto, furgoni e una limousine”. Una presa di posizione necessaria, quella dell’assessore, dopo la bufera abbattutasi su Palazzo San Giacomo a causa delle proteste della cittadinanza.
QUALCOSA NON TORNA – In queste ore gli inquirenti stanno analizzando tutte le comunicazioni che ci sono state tra le persone indagate prima e dopo il flash mob per capire se qualcuno abbia voluto ‘chiudere un occhio’ e di chi sia la responsabilità di quanto accaduto. Per la procura, Claudio de Magistris avrebbe fatto da tramite tra Tony Colombo e l’amministrazione comunale. Ex consigliere del sindaco di Napoli e già capo organizzativo del movimento DeMa, il fratello del primo cittadino si occupa dell’organizzazione di eventi.
IL SINDACO: “ESTRANEO AI FATTI” – Nel frattempo, sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco.“In questa vicenda surreale sono estraneo e danneggiato”, ha detto. “Sono convinto che gli indagati evidenzieranno la correttezza del loro operato – ha aggiunto De Magistris – a dimostrazione della trasparenza e della legalità con cui il Comune ha sempre lavorato in questi otto anni. Non parlerò più di Colombo e dintorni per non dare risalto mediatico a chi intende buttare fango anche sulla mia persona, come questa squallida storia ha già dimostrato”.