È la proposta di tredici consiglieri regionali dell Carroccio a cui si sono aggiunti un consigliere di Fratelli d’Italia e uno di Forza Italia
Non vogliono solo difendere il crocifisso, ma addirittura aggiungerlo lì dove manca. Ad esempio, nell’aula del consiglio regionale del Piemonte. È la proposta di tredici consiglieri regionali della Lega, guidati in questa iniziativa dal collega Andrea Cane, a cui si sono aggiunti anche Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia e Francesco Graglia di Forza Italia. Dopo la proposta dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti di rimuovere la croce dalle classi, i quindici politici piemontesi hanno firmato un documento per chiedere che si proceda ad appendere un crocifisso “dietro i banchi della presidenza in posizione ben visibile”.
L’ordine del giorno sarà discusso oggi, martedì 8 ottobre. Nell’argomentare la loro presa di posizione, i consiglieri del centrodestra citano sentenze della giustizia amministrativa e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si richiamano anche a un articolo di Natalia Ginzburg pubblicato sull’Unità nel 1988, un articolo nel quale la scrittrice di origine ebraica sosteneva che “il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente”. Poi vanno oltre. Per sostenere le loro argomentazioni ricordano anche la discussione intorno il tortellino col ripieno al pollo: “Recentemente le seguenti parole ‘La convivenza si fa in due con reciprocità e rispetto senza imposizioni’ sono state pronunciate dalle Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e le Associazioni medici di origine straniera in Italia (Amsi) in merito alle polemiche sollevate dalla decisione della Diocesi di Bologna di servire, in occasione della festa del santo patrono, un ‘tortellino accogliente’ fatto con carne di pollo e quindi anche accessibile a chi, per motivi religiosi, non può mangiare la carne di maiale”.
Poi passano all’affondo chiedendo al consiglio e alla giunta regionale di difendere il crocifisso combattendo “ogni forma di sopruso e proposta di eliminazione che sia intesa nei confronti dei crocifissi apposti all’interno delle scuole e degli edifici pubblici”. Non solo. Vogliono “procedere all’affissione di un crocifisso nell’aula del Consiglio regionale, dietro i banchi della Presidenza in posizione ben visibile – perché -: è da ritenersi infatti che come Regione Piemonte non si debba proporre di togliere, bensì di aggiungere il simbolo che in modo più inequivocabile rappresenta la nostra tradizione storica, culturale e cristiana”.
A denunciare questa iniziativa è il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi: “Ma davvero i piemontesi hanno votato Cirio perché, a cinque mesi abbondanti dalla sua elezione, ci trascinasse in consiglio regionale a discutere di appendere un crocifisso sulle pareti di Palazzo Lascaris?”, si chiedere retoricamente. “Mi sembra di essere intrappolato nella serie televisiva 1994 – aggiunge -. Le destre non riescono proprio a resistere alle battaglie di retroguardia”. Con questa discussione l’assemblea piemontese torna a essere ancora una volta lo scenario di dibattiti molto cari alla Lega: la scorsa settimana, ad esempio, il via libera alla commissione permanente antimafia è stato condizionato all’appoggio alla commissione permanente per l’autonomia regionale, mentre prima ancora i consiglieri sono stati impegnati nella votazione a sostegno del referendum per modificare la legge elettorale.