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Spagna: “Se mi appaiono i fantasmi? Vorrei chiudere gli occhi e non vedere più nulla. Sogno il cinema, magari Tornatore…”

Icona negli Anni 80, ha scalato le classifiche europee con brani cult come “Easy Lady” e “Call Me”, poi il ritorno e il debutto in italiano nel 1994 con “Il cerchio della vita” brano portante del kolossal “Il Re Leone”, cinque Festival di Sanremo, il periodo buio dopo lutti importanti, la voglia di farla finita e la rinascita. I gatti, gli amori impossibili, i fantasmi e l'ipersensibilità. Ivana Spagna apre il cassetto dei ricordi a FqMagazine in attesa di tornare dopo dieci anni con un album di inediti, in uscita il 25 ottobre, trainato dal nuovo singolo “Nessuno è come te”

di Andrea Conti

Dieci milioni di dischi venduti nel mondo, icona europea negli Anni 80. Cosa hanno rappresentato per lei quegli anni?
Negli anni 80 c’era un entusiasmo, pazzesco. Prima di fare quei dischi che hanno segnato la mia carriera ho fatto dodici anni di gavetta, assieme a mio fratello e il mio compagno di allora. Era una gavetta pesante, eravamo in cinque e caricavamo il furgone, scaricavamo gli strumenti, io sistemavo i monitor, facevamo tutto. Poi si suonava cinque ore al locale, si caricava di nuovo il furgoncino. Non c’erano i soldi e quei pochi che c’erano servivano per pagare strumenti e furgone. La musica era fatta di entusiasmo e di passione. Poi c’è stato l’avvento dei dj e le cose sono cambiate. Con le cambiali di quegli anni ci siamo fatti uno studio di registrazione, ci pagavamo da vivere con i concorsini e abbiamo iniziato a produrre le prime cose. Io componevo le melodie e i testi, mentre mio fratello li arrangiava e li lanciavamo nel mercato. ‘Easy Lady’ è venuta dopo un periodo infinito di lavoro ed è stata una cosa magica. Non ho mai perso il contatto con la realtà e ho preso quello che è arrivato come grazia ricevuta.

Come è riuscita a rimanere coi piedi per terra?
Ho vissuto i successi con una grande gioia e basta, non perdendo il contatto con il pubblico. La gavetta è come le fondamenta di una casa, che tanto più è radicata tanto più si tiene su anche dopo qualche scossone e terremoto. In qualche modo rimani in piedi, continui e vai avanti.

Il look di Spagna ha fatto epoca. Tutta opera sua?
Il look me lo sono inventato io tutto da sola, grazie alla fantasia e alla voglia di giocare su di me. Allora ero mora, sono andata dal parrucchiere che però mi ha fatto una tinta che sembrava tendente verso il giallo, io poi me li sono schiariti ancora più per farli sembrare biondi ossigenati. Non avevo soldi per comprarmi nulla, così ho noleggiato una giacca da domatore del Texas alla Bottega del Teatro di Reggio che mi era piaciuta. Da lì è scoppiato tutto con ‘Easy Lady’. Dopo diversi anni, Platinette me l’ha fatta trovare in una trasmissione, non potevo crederci, quella giacca ha un valore pazzesco per me e me l’hanno regalata. Ogni tanto me la vado ad abbracciare.

Cosa ricorda del periodo londinese, dove ha scalato le classifiche?
Ero andata a cantare ‘Call Me’ a ‘Top Of The Pops’ a Londra. Durante una passeggiata mi sono soffermata davanti allo shop di una catena di negozi musicali, dove c’era in vetrina un manichino vestito proprio come me! Il mio look aveva fatto scalpore nella città dove tutti erano strampalati! (ride; ndr)

Ha fatto Sanremo cinque volte in gara, nel 2008 ha partecipato come ospite di Loredana Berté…
Il nostro Sanremo nel 2008 è stato molto divertente, con lei ho cantato una settimana ed è stato indimenticabile, tutti i giorni non era mai la stessa! Ci siamo ritrovate recentemente in aeroporto ed è stato un piacere immenso rivederlo. Loredana ha una grinta che fa paura sul palco!

Tornerebbe al Festival?
Se avessi una canzone bella potrei anche andare al Festival. Diciamo la verità, chi fa Sanremo ha sempre la voglia di tornarci, però bisogna stare attenti con la canzone perché è fondamentale. Tutto parte e muore da lì. Ad esempio, sono convinta che il mio nuovo singolo ‘Nessuno è come te’ avrebbe convinto Amadeus. Non è troppo sanremese, è positiva e mi rappresenta al massimo. Però sentivo l’urgenza di lanciare subito il mio nuovo percorso e abbiamo deciso di uscire con il brano ora.

Dopo dieci anni torna con un album di inediti. Il singolo ‘Nessuno è come te’ parla di amori impossibili e vivi, parla di lei?
Questa canzone è nata da un sentimento vero e da una storia impossibile, sono gli amori impossibili e difficili da vivere che ci portano a scrivere le canzoni. Quesi sentimenti entrano velocemente nella vita di ognuno di noi e all’improvviso ne escono in fretta, lasciano un segno per sempre, però ti fanno sognare ed è questa la cosa bella, diventano un uragano che ti fa sentire viva e con la voglia di andare avanti, ti risvegliano in tutti i sensi. In questo mio periodo di solitudine, anche per una mia scelta di vita, è difficile trovare la persona giusta per avere una relazione. Nella mia solitudine riesco a riflettere meglio e su tante cose. Alla mia età sono portata a ragionare di più rispetto al cuore, e quando il cuore sorpassa la ragione allora si inizia a sognare, i sogni sono il motore che ci consente di andare avanti.

E’ vero che ha investito personalmente sul nuovo progetto?
Non avendo una multinazionale alle spalle ho deciso di buttarmi a capofitto. Le canzoni del mio nuovo album fanno parte di me, avevo voglia di fare qualcosa di nuovo. Non era facile incidere un disco da soli, ma se vuoi una cosa e la desideri ardentemente ce la fai. Cantare non è solo il mio lavoro, è la mia passione. Ho chiamato mio fratello, mio coautore e produttore storico, ‘Teo ho deciso di fare un album’ lui mi mi ha guardato come a dire ‘questa è uscita fuori di testa’ (ride, ndr). Poi il mio avvocato, che è il mio manager, mi ha chiesto se avessi bisogno di brani inediti e lì è iniziata un’altra sfida: fare l’interprete e non solo l’autrice. C’è anche un brano quasi rap, che mi è piaciuto talmente tanto perché avevo voglia di rivoluzionare un po’ tutto il mio percorso artistico. Per arrivare alla gente ho investito su tutto, a mie spese, dalla produzione alla promozione e la cosa incredibile è che il singolo ‘Nessuno è come te’ è nella top 50 delle radio indipendenti. E’ stata quasi una follia.

Dopo il successo de “Il cerchio della vita” del ’94, è rimasta delusa per non essere stata coinvolta nella nuova versione de “Il re leone”?
Per il remake de “Il Re Leone’ hanno cambiato proprio tutto, anche gli interpreti della colonna sonora. E’ normale che succeda. Comunque Cheryl Porter è stata molto brava a cantare ‘Il cerchio della vita’.

Da vent’anni c’è in giro Wanda Fisher che fa serate in nome di Spagna, due querele poi ritirate. Come stanno le cose con lei oggi?
Lei è una furbacchiona perché andava in giro a fare serate con i manifesti che non erano molto chiari, non dicevano apertamente che era una sosia. Però alla fine mi faceva tenerezza e ho ritirato la querela. La prima denuncia invece non l’avevo fatta io, ma la procura le aveva mandato un avviso di garanzia perché in un locale di Torino si pubblicizzava un concerto di Spagna, ma non ero io. Così diversi ragazzi sono partiti con le loro macchine per venire ad ascoltarmi fino a quando non hanno scoperto la verità, una volta arrivati sul posto. Se Wanda nei suoi manifesti mette che è la mia sosia, mi va benissimo, anzi sono contenta per lei. Siamo anche finite dalla d’Urso per queste vicende e mi veniva da ridere, anche perché me ne ha combinata anche altre. Una sera sono andata in un ristorante a Milano, mi viene incontro il proprietario ‘eh come la vedo bene signora Spagna bentornata’, e io gli ho spiegato che era la prima volta che varcavo l’ingresso e lui mi ha risposto ‘no, no è venuta qua con Cristiano Malgioglio’. Ma non ero io! Wanda ha anche inciso il suo disco e le auguro ogni bene.

Nel libro ‘Sarà capitato anche a te’ ha confessato di vedere i fantasmi, li vede ancora?
Tante volte mi dico che non vorrei essere così ipersensibile, perché mi viene da star male, vorrei chiudere gli occhi e non vedere più nulla. La cosa brutta dell’ipersensibilità è che è tutto amplificato. Per me la mia gioia è quando la sera prima di dormire vado a cercare i miei 4 gattini, vedo che stanno bene, e vado a letto felice.

Oggi lei è felice ma ha vissuto momenti terribili, soprattutto dopo la morte di sua madre. Come ha superato quel periodo buio?
Bisogna rendersi conto che c’è sempre qualcuno che ci è vicino e che ha bisogno di noi, anche nei momenti in cui si rischia di chiudere tutto. Sarebbe un atto egoistico, sarebbe molto facile togliersi di mezzo ma penalizzeresti chi ti vuole bene. Dopo il dolore della perdita di mia madre, volevo chiudere con la mia vita, è stato un momento terribile. Il giorno dopo il lutto sono andata avanti, avevo una data, dovevo cantare. Ricordo che nella stanza dell’albergo mi sono messa ad urlare dalla disperazione, però sono andata avanti per non far perdere il lavoro alle persone che collaboravano con me.

Cos’è successo dopo?
Finita la tournée ero distrutta non avevo voglia di combattere, ho pensato anche ad un atto folle, lo ammetto, ma la vita è un regalo. Così ho preso le foto dei miei genitori stringendole a me assieme al mio gatto e ho pensato che i miei avrebbero voluto vedere tutto da me tranne quella che ero diventata. Ci sarebbe stata gente che avrebbe sofferto per me. Per questo ho voluto intitolare il mio disco “1954” l’anno della mia data nascita.

Oggi si sente rinata?
Oggi non ho più l’ossessione dell’età, ma una volta quando sentivo persone che si chiedevano la mia età, io stavo zitta. La solitudine è come una lente che ingrandisce tutto quanto, il dolore, le gioie e oggi ho capito che invecchiare è un regalo. Bisogna prendere la vecchiaia come un regalo che ti arriva dal cielo ogni giorno. Spero che il Signore mi dia del tempo per accudire le mie creaturine. Alla sera ho tempo di leggere un libro e di pensare e tante cose che sono ancora da scoprire. Capisco la disperazione di tanta gente, l’ho provata ma l’ho provata una sola volta, la sfida è andare avanti.

Ha ancora un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe recitare. Mi immergo talmente tanto quando guardo un film che mi perdo, guardo come sono belli gli attori e come riescano a non guardare alla telecamera mentre recitano. Mi piacerebbe che Tornatore mi chiamasse, chissà un giorno…

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