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Ambra Angiolini: “A 18 anni entrai in depressione. Il medico mi disse di partire per il Brasile e lo feci”

L'attrice che torna al cinema con “Brave ragazze”, diretta dall'ex compagna di viaggio di “Non è la Rai” Michela Andreozzi, racconta di un periodo difficile della sua vita e della rinascita grazie al volontariato e a un grande amore

Ambra Angiolini riparte da se stessa e da un grande amore, quello con l’allenatore Massimiliano Allegri. Poi il ritorno al cinema con “Brave ragazze”, nelle sale dal 10 ottobre, che la vede protagonista con Ilenia Pastorelli, Serena Rossi, Silvia D’Amico, Luca Argentero, Max Tortora, Stefania Sandrelli e Massimiliano Vado. La regista è una sua vecchia conoscenza, Michela Andreozzi, sua ex compagna di avventura a “Non è la Rai”. La pellicola è ambientata a Gaeta nei primi anni ’80 e protagoniste sono quattro donne, armate di pistola e bigodini, che provano a cambiare il corso della propria vita. Ambra è Anna, sola, con due figli da mantenere e nessun lavoro stabile.

E sempre a proposito di “Non è la Rai”, Ambra in una lunga intervista al settimanale Vanity Fair ricorda: “Quando ero bambina, in quinta elementare, avevo un diario titolato ‘Cenerentola’ in cui scrivevo che la cose che voleva dare da grande era la mamma. A 14 anni, quando ovviamente non capitò, mi sembrava strano. A 18, dopo Non è la Rai, non essere madre mi fece scoprire per la prima volta il volto della depressione. Il dottore mi disse di partire per il Brasile. Così presi l’aereo e andai a Rio per iniziare la mia esperienza come volontaria con un medico dell’Ospedale San Camillo di Roma che operava i bambini. Fu bellissimo e travolgente”.

L’esperienza come volontaria continua ancora oggi. Una attività che l’ha salvata da un altro periodo buio della sua vita. “Mattina. Una mattina qualunque. – spiega Ambra -. Mia figlia Jolanda si sveglia, deve andare all’asilo. Il sole entra nella cameretta, l’armadio è colorato, bellissimo. Mi chiede: mamma mi aiuti a vestirmi? Io realizzo che è la cosa più difficile da fare. Vado nell’altra stanza, mi metto a piangere per un’ora. Mi dico: se una così semplice è complicata allora non va affatto bene. Col tempo ho capito che la mia sensibilità, la cosa più preziosa che ho è anche la più pericolosa. Quella mattina ho capito che dovevo ricominciare da capo”. A quel punto l’attrice entra in contatto con una psicologa dell’Ospedale Civile di Brescia, Simonetta, che le ha detto “di provare a prendermi cura degli altri”. E così ha fatto.

Un ruolo fondamentale in questo percorso di vita di Ambra ce l’ha avuto anche Allegri. “Quello che ho vissuto è stato rilegato da un tipografo d’eccezione. Quel tipografo d’eccezione è Massimiliano. – rivela – . La cosa che mi salva dai momenti dolorosi è la sensazione di poter giocare con lui anche da adulta. E la cura che ha nei confronti della mia esistenza, di quella dei miei figli, della mia ex storia. Non c’è un solo passaggio della mia vita che Massimiliano non rispetti. Mi sono innamorata di lui perché come me è un tipo fuori moda. Mi sono accorta subito che mi piaceva perché siamo due sbagli. E due errori come noi, se si incontrano davvero, generano una cosa che sarebbe veramente stupido non affrontare. Quella cosa è la ripartenza dell’amore”.