La ragazzina è stata avvicinata da un 20enne che le ha strappato di mano il cellulare. Cercando di riprenderselo lo ha inseguito fino al suo appartamento dove è stata violentata. La mattina dopo è riuscita a scappare e, il giorno successivo, a raccontare tutto alla mamma. Questa, insieme ad altri due famigliari, si è presentata a casa dei due aggressori. Qui è iniziata una colluttazione
Prima è stata sequestrata e poi violentata. È successo il 5 ottobre a una ragazzina di 13 anni, di origine nigeriana, mentre tornava a casa la sera a Como: la giovane ha raccontato di essere stata avvicinata da un ragazzo, 20enne connazionale e suo vicino di casa, che le ha strappato di mano il cellulare. Sperando di riavere il telefonino, lo ha rincorso e raggiunto fino a quando i due non si sono trovati sotto casa del 20enne. Qui la 13enne è stata trascinata nell’appartamento e violentata dal ragazzo e da un amico.
La 13enne la mattina successiva, mentre i due aggressori dormivano, è riuscita a recuperare il cellulare e a scappare via dall’appartamento. Una volta a casa non ha raccontato subito della violenza alla famiglia, che nel frattempo avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri di Cantù. Il lunedì, tornata da scuola, ha confessato l’accaduto alla madre che, dopo aver chiesto rinforzi a due famigliari, si è presentata nell’appartamento dei due giovani. Qui è nata una colluttazione che ha richiesto l’intendo della polizia.
I due aggressori sono stati portati in questura mentre la giovane in ospedale dove i medici hanno confermato la violenza. La polizia ha disposto il fermo dei due 20enni per atti sessuali con minorenne. Gli agenti hanno ispezionato l’appartamento, dove hanno trovato indumenti e lenzuola con tracce evidenti di violenza.