I sì sono stati 169, i no 123, gli astenuti 4. Tra i punti della risoluzione, bloccare l’aumento dell’Iva, avviare "un processo di progressiva riduzione del carico fiscale sul lavoro" e rafforzare il "contrasto all’evasione fiscale". Non in Aula il leader di Italia Viva. Fonti all'Ansa: "Era all’estero per impegni presi in precedenza: se ci fosse stato bisogno sarebbe tornato"
Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. I sì sono stati 169, i no 123, gli astenuti 4. Il testo è stato illustrato all’Aula dal senatore di Leu, Vasco Errani. Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, era assente in Aula al momento del voto. Fonti di Iv spiegano all’Ansa che il senatore “era all’estero per impegni presi in precedenza: se ci fosse stato bisogno del suo voto sarebbe tornato”. Era presente alla votazione, tra i banchi del governo, Teresa Bellanova, capo delegazione di Iv al governo. La maggioranza ha raggiunto 169 sì, lo stesso numero della fiducia ottenuta dall’esecutivo al momento della sua nascita.
Tra i punti della risoluzione, bloccare l’aumento dell’Iva e avviare “un processo di progressiva riduzione del carico fiscale sul lavoro al fine di promuovere l’aumento del salario netto, anche con una complessiva e organica riforma dell’imposizione sui redditi personali da realizzare entro il triennio di programmazione”. Fra gli obiettivi, anche il rafforzamento del “contrasto all’evasione fiscale e contributiva”.
“Nel 2020 le risorse a disposizione sono poche, ma la clausola dei 23 miliardi è sul tavolo e pesa come un macigno sul complesso della manovra, e tutti i colleghi hanno detto che era indispensabile evitare questo aumento dell’Iva”, ha detto Errani, ricordando la clausola di salvaguardia che, se non disinnescata, avrebbe fatto scattare l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto. “Se la condizione oggettiva è questa – ha proseguito il senatore – la strategia del governo non si può misurare sul 2020, ma su un ragionamento pluriennale“.
“Manovra debole e senz’anima? Trenta miliardi per gran parte sono assorbiti dalla disattivazione delle clausole di salvaguardia degli aumenti dell’iva: è un ammontare record. I 23,1 miliardi di questa manovra sono il valore più elevato di sempre. Nonostante questo impegno, bisogna dare atto a questo governo di avere costruito una manovra espansiva“, ha detto il viceministro all’Economia Antonio Misiani nella replica al dibattito sulla nota di aggiornamento al Def a Palazzo Madama. “E’ una manovra espansiva” con “una serie di elementi innovativi di politica economica a partire dal grande piano di investimenti pubblici e privati per lo sviluppo sostenibile, contro il cambiamento climatico. Lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente è un’occasione di crescita per l’Europa. Il nostro piano di investimenti è il più alto di sempre”, ha aggiunto Misiani.
“Il taglio del cuneo del 2014-2015 venne finanziato in gran parte con le clausole di salvaguardia, questo non con nuove clausole di salvaguardia, ma in un quadro pluriennale in cui disattiviamo la clausola 2020 e riduciamo quelle degli anni successivi. Lasciamo alla prossima legge di bilancio un’eredità meno pesante di quella che abbiamo trovato”. ha proseguito il viceministro, rispondendo a chi ha criticato la scarsità di risorse per il taglio del cuneo. “Le politiche per il sostegno alle responsabilità familiari rappresentano una strategia di lungo respiro che vogliamo ampliare con più strumenti, con il riordino e la semplificazione dei diversi strumenti. Abbiamo vari bonus, non un assegno unico a sostegno dei figli a carico come in Germania, Francia, Gran Bretagna. Il riordino di questi strumenti è l’obiettivo di medio periodo perché un tema di grande complessità”. “Abbiamo scelto di salvaguardare” nella legge di bilancio “il sistema sanitario nazionale, garantendo i due miliardi stanziati per il 2020 e un miliardo aggiuntivo nel 2021. Negli anni quei fondi erano sempre stati abbassati, quest’anno non accadrà, è l’aumento più elevato dal 2010 del fondo sanitario nazionale. Una scelta politica precisa”, ha spiegato ancora Misiani.
“Non ci saranno condoni in questa manovra, a differenza delle precedenti: chiudere la stagione di condoni e sanatorie è una delle misure più forti per il recupero di un ammontare di evasione che è elemento di ingiustizia sociale e sleale concorrenza degli attori. I 109 miliardi” evasi “impediscono allo stato di offrire servizi pubblici alle fasce sociali che ne avrebbero diritto. Agire contro l’evasione è il modo migliore per ridurre la pressione fiscale stabilmente. Pagare tutti per pagare meno“. Così Misiani al Senato. Tra le misure per reperire i 7 miliardi stimati in manovra dalla lotta all’evasione “ci saranno interventi sull’evasione fiscale dei prodotti petroliferi“, ha anticipato il viceministro. C’è poi “una incentivazione per la moneta elettronica, senza alcuna penalizzazione per chi paga in contanti, non c’è tassa sui bancomat: c’è la volontà di incentivare fortemente l’uso degli strumenti digitali di pagamento perché il futuro va in quella direzione”.
“Quota 100 sta costando molto meno delle previsioni iniziali, è una misura transitoria, che finisce nel 2021: è intenzione del governo non rinnovarla alla scadenza. Abbiamo in mente un modello diverso”, ha detto Misiani. Invece, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, “rafforzare una misura strutturale contro la povertà credo che sia, dal punto di vista dell’allocazione delle risorse, una scelta sacrosanta. E’ ragionevole mantenerlo e migliorarlo dal punto di vista del funzionamento”.
“Prolungheremo e se possibile allargheremo industria 4.0: se possibile ci sarà un’estensione a investimenti ecosostenibili“, è un altro punto toccato dal viceministro parlando delle misure della prossima manovra. Ci saranno, conferma, “ecobonus, sismabonus, incentivi per le ristrutturazioni che sono volano di una nuova stagione di crescita di un settore cruciale che deve crescere non sul consumo di territorio ma sulla ristrutturazione del patrimonio edilizio“.