Uscito da poco dal carcere, Fabio Miradossa ha parlato per la prima volta, raccontando la sua verità su quanto accadde 15 anni fa
“Marco non è morto per cocaina. Marco è stato ucciso“. A dirlo è Fabio Miradossa, lo spacciatore che vendette l’ultima dose di cocaina a Marco Pantani, il campione di ciclismo deceduto nel 2004 ufficialmente per un arresto cardiaco causato da un abuso di droga e farmaci. Uscito da poco dal carcere, Miradossa ha parlato per la prima volta, raccontando la sua verità su quanto accadde 15 anni fa.
“Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo – ha detto -. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco,quando è stato ucciso, era lucido. Marco è stato al Touring, ha consumato lì e quando è ritornato allo Chalet (il Residence Le Rose, ndr.) Marco era lucido”.
La morte di Marco Pantani è stata archiviata dai giudici come un’overdose da cocaina, conseguenza di comportamenti ossessivi del ciclista, che dopo aver esagerato con la droga ha sfasciato tutta la stanza dove si trovava facendosi del male da solo e poi è morto per un arresto cardiaco causato da un cocktail di cocaina e farmaci. Il corpo del “Pirata”, come era soprannominato, fu ritrovato senza vita il 14 febbraio 2004 nella sua stanza d’hotel al residence Le Rose di Rimini.