Neanche il tempo di crederci, eppure ci avevamo creduto.
L’Assegno unico figli a carico, la nuova misura in discussione nei giorni scorsi al governo per il sostegno alle famiglie e di cui avrebbero dovuto beneficiare presumibilmente a partire dalla prossima estate circa 11 milioni di nuclei familiari fino ai 100mila euro di reddito lordo annuo, non si farà.
O perlomeno, non ora. A sciogliere le mere illusioni di genitori (e soprattutto mamme single, quelle messe davvero in ginocchio dalla nascita di un figlio) finalmente presi in considerazione dal governo di turno, è stato il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, Pd, che ieri ha detto chiaro e tondo che l’assegno unico per le famiglie “rimane un obiettivo, ma non verrà inserito nella prossima legge di Bilancio”. Tradotto, la misura slitterà e non verrà messa in campo già nel 2020, come ci si era auspicati proprio fino a ieri.
Cosa prevedeva la proposta? Ricordiamolo per non dimenticarcelo l’anno prossimo, quando ci ritroveremo con le stesse rivendicazioni di ora.
La misura propone un assegno mensile per le famiglie di importo variabile a seconda dell’età del figlio, e nei dettagli:
– assegno da 240 euro per ogni figlio dal 7° mese di gravidanza ai 18 anni;
– assegno da 80 euro per i ragazzi a carico dai 18 ai 26 anni;
– maggiorazioni non inferiori al 40% per ogni figlio con disabilità;
– dote unica fino a 400 euro per figli a carico da 0 a 3 anni per l’acquisto di servizi per l’infanzia quali asilo e baby sitter (anche in questo caso sarebbero previste maggiorazioni per ogni figlio con disabilità e, al contrario, un importo ridotto per i figli dai 3 ai 14 anni).
L’importo di queste agevolazioni avrebbe dovuto modulato in base al reddito, con una riduzione progressiva fino all’azzeramento dell’entità per i redditi oltre i 100.000 euro annui.
Questo assegno unico, è chiaro, non avrebbe rappresentato la soluzione a tutti i problemi delle famiglie, ma avrebbe rappresentato di certo un primo passo importante nella direzione di un maggior sostegno alla natalità nel nostro Paese.
Ma i bambini, lo sappiamo, non votano, e così accade che le coperture per finanziare il Reddito di Cittadinanza si trovino ma quelle per aiutare le famiglie e i loro figli no. Non ora.
L’assegno unico per le famiglie con figli a carico, infatti, slitterà presumibilmente al 2021. In quello stesso anno, infatti, andrà a scadenza la quota 100 che, come ha assicurato lo stesso Misiani, parlando della manovra e della Nota di aggiornamento al Def, non verrà rinnovata. Ecco da dove troveremo i soldi per i nostri figli: dallo spreco di misure approvate e poi rimosse in meno di un battito di ciglia.