Da mesi il Paese centroamericano è attraversato da manifestazioni che hanno portato in piazza migliaia di persone: chiedono le dimissioni del presidente Jovenel Moise, al potere dal 2017
Violenze in strada, barricate a fuoco, scontri in strada. Ad Haiti l’escalation di proteste contro il governo ha portato oggi alla prima vittima, un giornalista di Radio Mèga, Néhémie Joseph, trovato morto nella sua auto domenica scorsa nel comune di Mirebalais. A riferirlo è Radio Vision 2000: si tratta del terzo reporter ucciso in meno di due anni. A fine settembre un fotografo dell’Associated Press, Chery Dieu-Nalio era stato ferito dagli spari di un senatore di maggioranza, Jean Marie Ralph Féthière, che aveva aperto il fuoco appena uscito dal Parlamento, a Port-au-Prince, a suo dire per difendersi dalla situazione di caos.
Da mesi il Paese centroamericano è attraversato da proteste e scontri animati dai leader dell’opposizione che chiedono le dimissioni del presidente Jovenel Moise, al potere da febbraio 2017: quest’ultimo ha rifiutato di abbandonare il proprio posto sostenendo di non voler lasciare il Paese “nelle mani di gang armate e di trafficanti di droga”. Le manifestazioni hanno coinvolto migliaia di persone, che lamentano la diffusa corruzione e la mancanza di generi di prima necessità: in particolare, gli attivisti accusano il governo di non aver alcuni fondi allo sviluppo di agricoltura e infrastrutture, come invece era previsto. Da febbraio, secondo il Guardian, le vittime per gli scontri sono state 20.