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Muore di crepacuore mentre sta combattendo una battaglia giudiziaria per la figlia morta su un go-kart

La ragazza si trovava in vacanza a Tenerife con il compagno ed era deceduta dopo essere finita fuori strada mentre guidava un go-kart. La causa ufficiale della morte risulta una distrazione: Kellt si stava facendo un selfie mentre al volante della mini vettura. La madre della vittima ha invece sempre pensato che le cause fossero ben altre

di Davide Turrini

Muore di crepacuore mentre sta combattendo una battaglia giudiziaria per la figlia morta su un go-kart. È dal 2017 che Barbara Moffat ha cercato la verità sull’incidente che ha visto morire la figlia, Kelly Slater. La ragazza si trovava in vacanza a Tenerife con il compagno ed era deceduta dopo essere finita fuori strada mentre guidava un go-kart a 30 chilometri orari, precipitando fuori pista per sedici metri in un dirupo. La causa ufficiale della morte risulta una distrazione: Kellt si stava facendo un selfie mentre al volante della mini vettura. La madre della vittima ha invece sempre pensato che le cause fossero ben altre.

Barbara Moffat ha più volte sostenuto che non sono stati fatti controlli di sicurezza, che la figlia è stata fatta salire con le infradito senza che nessuno la fermasse e con un casco da motociclista che le stava larghissimo, ma soprattutto che non c’erano gomme di protezioni nella curva dove la ragazza è uscita di strada. In questi giorni la madre della vittima era rimasta molto delusa dal nulla di fatto risultati dall’inchiesta in corso sulla morte della figlia e aveva più volte chiesto di far luce sul tragico accaduto.

“Abbiamo solo l’impressione che i nostri quesiti rimangano inascoltati”, aveva dichiarato la signora Moffat. “Riteniamo che siano state coperte le responsabilità in materia di sicurezza dei proprietari della pista. Non c’erano pneumatici di sicurezza in quella curva. Se ci fossero state delle gomme su tutta la pista Kelly sarebbe rimasta ferita, ma sarebbe ancora qui per raccontare la sua storia. Non abbiamo avuto aiuto dalla polizia spagnola e non abbiamo nemmeno sentito parlare i responsabili della pista. Niente condoglianze, nessun risarcimento. Gli ultimi due anni sono stati incredibilmente difficili. Nessuna risposta. Nessuna giustizia. Questa inchiesta è stata una perdita di tempo, ma combatteremo sempre per Kelly”.

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