Per risparmiare sulle spese dei lavori in casa o nel condominio si possono scegliere due alternative: vediamo quale conviene di più in base ai singoli casi
Quando si parla di ristrutturazioni in casa, è bene sapere che per alcuni tipi di interventi il Fisco prevede due opzioni di risparmio: la cessione della detrazione e lo sconto sul prezzo da parte del fornitore. Qual è quella più vantaggiosa? Come spiegato da un articolo di Immobiliare.it, la scelta dipende dal caso specifico e devono essere presi in considerazione precisi fattori.
Prima di tutto bisogna chiarire che il decreto crescita consente l’agevolazione fiscale solo per alcune tipologie di intervento:
A influenzare la scelta devono essere alcune considerazioni: è opportuno innanzitutto confrontare diverse proposte, perché se è vero che lo sconto deve essere pari all’ammontare della detrazione, è anche vero che l’azienda che si occupa dei lavori potrebbe aumentare il prezzo di partenza annullando il vantaggio economico per il cliente. Inoltre, le imprese più grandi spesso subappaltano la ristrutturazione ad altre di dimensioni inferiori per riuscire a guadagnare nonostante lo sconto.
Nel caso della cessione della detrazione, l’impresa può acquistare il credito d’imposta e agire verso il cliente come se fosse una banca. Tuttavia, non sempre le ditte incaricate del restauro vogliono assumersi questo onere, che può essere destinato anche ad altri soggetti. Quali? Nel caso in cui il proprietario dell’immobile fosse un contribuente incapiente, ovvero con un’imposta lorda troppo bassa per consentirgli di avvalersi completamente delle agevolazioni, il bonus può essere comprato da una banca, da un conoscente o da un parente: quest’ultima ipotesi è senza dubbio la più vantaggiosa perché evita dispersioni.
Se invece il beneficiario non è incapiente, la detrazione può essere ceduta esclusivamente al fornitore o a un privato che abbia dei legami con il lavoro effettuato, come per esempio un altro condomino o il cointestatario della casa.