A sei mesi esatti dalla maxi operazione della Dda di Milano, che il 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari per un sistema di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti, potrebbero arrivare già le prime sentenze
Dopo la chiusura indagini dei giorni scorsi sono undici gli indagati che hanno chiesto di patteggiare. A sei mesi esatti dalla maxi operazione della Dda di Milano, che il 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari per un sistema di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, potrebbero arrivare già le prime sentenze. Per il 7 novembre, infatti, il gip di Milano Maria Vicidomini ha fissato l’udienza per decidere se accogliere o meno le istanze concordate tra pm e difensori per gli indagati, tra cui Alberto Bilardo, ex segretario di FI a Gallarate (Varese) e uno degli uomini più vicini al presunto “burattinaio” Nino Caianiello. Proprio quest’ultimo, tra l’altro, come gli indagati che hanno scelto la strada del patteggiamento, ha deciso da settimane ormai di collaborare e sta continuando a riempire ancora pagine di verbali. Punta anche lui a patteggiare, ma i suoi interrogatori vanno avanti e, dunque, non compare nell’elenco di coloro per i quali è stata fissata l’udienza di novembre.
L’accordo tra i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri con le difese ha portato, intanto, a queste istanze di patteggiamento: 3 anni per Bilardo, 2 anni per Stefano Besani, avvocato di Gallarate, per Laura Bordonaro, ex presidente di Accam spa, per Matteo Di Pierro, ex collaboratore dell’imprenditore della Ecol service Daniele D’Alfonso, per Marcello Pedroni, all’epoca consigliere di Prealpi servizi, per Alessandro Petrone, ex assessore all’Urbanistica di Gallarate, per l’intermediario Pier Michele Miano e per l’imprenditore Piero Tonetti. E ancora 1 anno e 10 mesi per Davide Borsani, all’epoca consigliere di Alfa srl, 1 anno e 8 mesi per Beniamino Crescenti e Andrea Gallina, ex ad di Acqua Novara.
Sulle istanze dovrà decidere il gip, mentre nei giorni scorsi per 71 persone, tra cui gli esponenti lombardi di Forza Italia Piero Tatarella e Fabio Altitonante e per il deputato di FI Diego Sozzani, sono state chiuse le indagini. Restano aperti, però, altri filoni della maxi inchiesta, anche su Sozzani e sull’ex eurodeputata ‘azzurra’ Lara Comi.