Ha utilizzato i soldi del reddito di cittadinanza per realizzare il sogno della sua vita: incidere un disco. Per questo Agatina Arena, cantante neomelodica di Librino, in provincia di Catania, è stata denunciata dalla polizia per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: da luglio scorso percepiva il reddito di cittadinanza, per un valore di 709 euro al mese. La “regina di Palermo”, così si fa chiamare la cantante suoi social citando la protagonista della fiction “Rosy Abate”, agli investigatori ha rivelato di aver investito 3mila euro nell’incisione, con una nota casa discografica, di 4 brani, già pubblicati, e un quinto inedito in uscita. Non solo: ha dichiarato anche di aver bisogno ancora di altri soldi per incidere l’intero album contenente 8 brani.
Le indagini hanno permesso anche di scoprire un minimarket, gestito dalla famiglia, all’interno di uno stabile di proprietà del Comune occupato abusivamente con all’interno dei cartelloni pubblicitari, anche loro abusivi, che promuovevano l’uscita dell’album della cantante per i primi giorni di novembre. Gli agenti hanno poi accertato che altri tre famigliari lavoravano nel supermercato abusivo nonostante avessero dichiarato all’Inps di essere completamente disoccupati. La cantante ha contestato la ricostruzione degli investigatori sostenendo di non avere alcun reddito e di avere quindi i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza.Ma c’è di più: dalle indagini emerge anche che la cantante è figlia di Alessandro Arena, anche lui denunciato assieme alla figlia e alla moglie per truffa aggravata, e nipote di Giovanni Arena, il boss arrestato nel 2011 a Librino dopo 18 anni di latitanza.