Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le vittime erano a letto e stavano dormendo quando l'uomo ha fatto fuoco uccidendole. Subito dopo aver sparato, Curcelli ha chiamato i carabinieri confessando la strage familiare, poi prima che i militari arrivassero, si è suicidato
Un agente della polizia penitenziaria ha ucciso a colpi di pistola nel cuore della notte la moglie e le due figlie di 12 e 18 anni, poi ha rivolto l’arma verso di sé e si è tolto la vita sparandosi alla testa. È successo verso le due del mattino di sabato in un appartamento in pieno centro a Orta Nova, nel Foggiano: a sparare è stato Ciro Curcelli, assistente capo della polizia penitenziaria di 53 anni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le vittime erano a letto e stavano dormendo quando l’uomo ha fatto fuoco uccidendole. Subito dopo aver sparato, Curcelli ha chiamato i carabinieri confessando la strage familiare, poi prima che i militari arrivassero, si è suicidato. I militari, nel corso della perquisizione nell’appartamento di via Guerrieri, non hanno trovato biglietti o messaggi che potessero far presagire il delitto. La coppia aveva anche un terzo figlio, Antonio, che si è salvato perché vive a Ravenna.
“Sapevo che erano brave persone, tranquille senza problemi. Non mi ha mai parlato di nulla o di problemi familiari”, ha raccontato Marco, il fidanzato della maggiore delle due ragazze uccise. “Eravamo fidanzati da un anno e sette mesi – racconta -. Quando Valentina aveva problemi, io ero al suo fianco per affrontarli e rimaneva sempre con il sorriso”. Marco ha spiegato che non conosceva i genitori di Valentina, ma, dice “so che non avevano problemi familiari”. Ogni tanto, afferma ancora, vedevo anche Miriana, la figlia piccola di 12 anni, quando usciva dal catechismo”.