Si trova in un carcere di Bangkok, in una cella di circa 50 metri quadrati con altri 60 detenuti, in attesa di un intervento da parte delle istituzioni. È quello che sta accadendo a Gianluca Bilardelli, un 19enne piacentino che, atterrato all’aeroporto della capitale thailandese lo scorso 29 agosto, è stato arrestato dalle autorità locali con l’accusa di aver derubato la moglie di un generale della sua valigia, durante un precedente viaggio. “Chiedo perdono a tutti. Sono disperato, non ce la faccio più”. Sono le parole di Gianluca in una videochiamata che solo dopo diversi giorni gli hanno concesso di fare alla famiglia e nella quale descrive le sue condizioni. Sullo schermo filmato dal padre durante la telefonata, appare evidentemente dimagrito e sciupato, con i capelli rasati. Si scusa con il padre per quello che è successo e chiede notizie su quello che dice l’ambasciata, alla quale lui spiega di non poter scrivere, perché non ha modo di trovare l’indirizzo.
Roberto Bernocchi, il legale a cui si è rivolto Giovanni Bilardelli, il padre del ragazzo, ha contattato il ministero degli Esteri, che lo ha rinviato all’ambasciata italiana in Thailandia. “Da loro ho ricevuto solo una mail nella quale mi dicono che per Gianluca l’unica accusa è di furto e che è stato per un giorno ricoverato in ospedale, dove i loro funzionari sono andati a controllare le sue condizioni di salute”, ha spiegato Bernocchi. “Mi hanno detto che devono essere inviati circa 2.600 euro per il risarcimento del danno e 1.500 euro per pagare l’avvocato assegnato al ragazzo di cui mi hanno dato un contatto”. L’assistente dell’avvocato thailandese però, nell’unica conversazione telefonica che il legale italiano è riuscito ad avere con lei, non ha parlato di strategie processuali. Non solo ha confermato che attende un pagamento, ma ha anche fatto sapere che si mobiliterà per la difesa solo a denaro ricevuto. “Io le carte non le ho neanche lette. Fino a che non mi arrivano dei soldi non apro nemmeno il fascicolo del processo”.
La legislazione thailandese comunque prevede che il processo venga istituito entro 48 giorni dall’arresto, quindi il tempo per Gianluca stringe. La famiglia del 19enne, con gravi problemi economici, ha raccolto i sodi richiesti dall’ambasciata, grazie anche all’aiuto di un benefattore, Antonino Corti, residente ad Abu Dhabi ma originario del Piacentino, che ha letto l’appello del padre di Bilardelli su Liberta.it e tramite la redazione del giornale, che riporta la notizia, lo ha contattato per offrirgli il suo aiuto. Ma ora a chi deve essere inviata la somma? Con quali garanzie? “Nessuno di noi ha ricevuto indicazioni precise dalle istituzioni”, ha concluso Bernocchi che sta aspettando una risposta dall’ambasciata italiana su come procedere.
Da parte sua la Farnesina ha rilasciato una dichiarazione nella quale assicura che “il caso è seguito con la massima attenzione dall’ambasciata d’Italia a Bangkok”, che si sta mantenendo “in stretto raccordo con la Farnesina e con le Autorità locali” e “in costante contatto con il connazionale e con i suoi familiari”. Secondo il ministero degli Esteri inoltre l’Ambasciata ha “sin dal primo momento ha facilitato l’individuazione di un rappresentante legale thailandese e continua a esperire ogni tentativo possibile per facilitare la comunicazione tra la famiglia e gli avvocati in loco”. Nonostante tutto però per i familiari continuano a esserci difficoltà e non si sentono rassicurati.
Nel frattempo la vicenda del giovane piacentino è arrivata alla politica. Il deputato di Fratelli d’Italia Tommaso Foti ha presentato un’interrogazione parlamentare per sollecitare il ministero degli Esteri ad agire in merito al caso.