Il termine non è stato abolito, come invece riportato da molti media nazionali. Il caso riguarda un emendamento che prevede di sostituire "Alto Adige" con "provincia di Bolzano" all'interno di una norma che riguarda "l'Ufficio di Bruxelles". Il consigliere Cinquestelle Nicolini: "L'unico scopo delle destre è creare contrapposizioni. La Svp è caduta nel tranello e il Carroccio loro alleato si dimostra ancora una volta ininfluente". Il ministro Boccia: "Serve modifica o legge sarà impugnata"
Piccola modifica, grande strappo. Con un eufemismo l’hanno definita una semplice “correzione linguistica” da apportare alla versione italiana del testo di una legge. Ma dietro quelle parole modificate dal Consiglio provinciale di Bolzano si cela un conflitto mai risolto attorno alla definizione dell’Alto Adige. I cittadini di lingua tedesca, infatti, contestano l’uso di questo nome, perché frutto della fascistizzazione della toponomastica e di quello che per loro continua ad essere il Südtirol, quindi Sud Tirolo. Ecco così la proposta, approvata dalla maggioranza del Consiglio, di modificare la parola “Alto Adige” (e il conseguente aggettivo “altoatesino”) in “provincia di Bolzano” (e nell’aggettivo “provinciale”).
Nessuna abolizione del termine “Alto Adige” quindi, come invece hanno riportato erroneamente molti media nazionali, ma “solo” una modifica all’articolo 2 del disegno di legge numero 30 relativo a “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”. Quindi una legge che non parla di toponomastica, bensì di tutt’altro. Resta però la provocazione etnica, “l’ennesima orchestrata dalle destre tedesche, in cui la Südtiroler Volkspartei è caduta”, spiega a ilfattoquotidiano.it Diego Nicolini, consigliere provinciale del Movimento 5 stelle. “Gli argomenti etnici – aggiunge – fanno parte della pessima accezione della politica. Sono sfruttati dalle destre tedesche, il cui unico scopo di vita è creare contrapposizioni e che stanno perdendo consenso perché oggi è antistorico combattere per il ritorno all’Austria“.
Il partito di governo in Provincia ha votato a favore dell’emendamento e il presidente Arno Kompatscher ha difeso a spada tratta la legge: “Credo che il Governo italiano non si permetterà di impugnarla, sarebbe un grave affronto”. Dopo le polemiche, in serata però è arrivata la risposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia: “Ho personalmente chiesto a Kompatscher di intervenire sulla norma relativa al disegno di legge. È necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione. Se così non dovesse essere la legge sarà impugnata dopo la sua pubblicazione”.
A Kompatscher interessa in particolare la parte della norma che contiene l’articolo che parifica il tedesco all’italiano per l’iscrizione agli albi professionali: “Voleva a tutti i costi che fosse permessa l’iscrizione all’albo dei medici anche di personale che parla unicamente tedesco. Così è finito per sporcarsi con questo emendamento”, è l’analisi del consigliere Nicolini. Che sottolinea anche un altro aspetto, il silenzio del Carroccio che siede in giunta proprio al fianco della Svp: “Anche questa volta la Lega si è dimostrata ininfluente e succube rispetto alla Svp”.
Lo strappo è avvenuto in consiglio su iniziativa della destra tedesca di Süd-Tiroler Freiheit (due consiglieri), con l’appoggio appunto del gruppo di maggioranza Svp (in totale 15 consiglieri) e del gruppo Die Freiheitlichen (due consiglieri). Il leghista Carlo Vettori ha detto: “Nella Treccani accanto al termine ‘altoatesino’ c’è anche il termine ‘sudtirolese’, per me ‘Alto Adige’ e ‘provincia di Bolzano’ sono sinonimi”. Poi il Carroccio ha votato contro, assieme a l’Alto Adige nel cuore, Verdi e Pd, ma senza nessuna polemica per il tranello in cui è stato trascinato dalla destra tedesca e dal suo alleato di governo. I voti a favore sono stati 16, 9 i contrari, 5 gli astenuti (Team Kollensperger).
Che si profilasse il cambio del nome lo si era capito il 19 settembre in II. Commissione e il 23 settembre in I. Commissione legislativa, quando erano stati esaminati alcuni articoli della legge. La consigliera Myriam Atz Tammerle di Süd-Tiroler Freiheit aveva cominciato proponendo “di sostituire la parola ‘altoatesine’ nel testo italiano con una definizione a suo parere più calzante”. Così recita il verbale della seduta. Poi lo stesso intervento era stato esteso anche ad altri articoli.
Ma al lavoro delle commissioni era sfuggito un passaggio. Nell’articolo 2, relativo all’ufficio di Bruxelles, era rimasto scritto: “Per favorire un’ampia partecipazione del sistema territoriale altoatesino al rafforzamento della presenza dell’Alto Adige a Bruxelles…”. La dizione in realtà rispecchia (come è sempre avvenuto in passato) quanto scritto nella Costituzione italiana, che all’articolo 116 primo comma recita: “Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia…”. Solo al secondo comma dello stesso articolo compare la spiegazione: “La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano”.
La bufera è scoppiata in consiglio provinciale quando Süd-Tiroler Freiheit ha presentato l’emendamento per la sostituzione. A quel punto è insorto il consigliere Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore-Fratelli d’Italia), richiamando il dibattito avvenuto in commissione “nel corso del quale si era sostenuto che l’aggettivo fosse espressione di una cultura dell’imposizione, con riferimento al fascismo”. Si è chiesto cosa sarebbe successo in aula se qualsiasi consigliere di lingua italiana avesse chiesto di non utilizzare nel testo tedesco “Südtirol”, ma la denominazione “autonome Provinz Bozen”. E ha aggiunto: “Questi sono comportamenti ‘anti-italiani‘, non ‘anti-fascisti’. Dov’è finita la moratoria di cui si era parlato a fine della scorsa legislatura, davanti a un’escalation di iniziative provocatorie?”.
Il presidente Kompatscher ha cercato di placare gli animi invocando un compromesso: “Il mio appello è di venirci incontro, io preferisco il termine Sudtirolo, ma nella Costituzione si parla di Regione Trentino Alto Adige/Südtirol e di Provincia Autonoma di Bolzano”. Parlando al quotidiano Alto Adige, il presidente ha ammesso l’errore e promesso che “non accadrà più” perché su queste questioni “non si può procedere a colpi di maggioranza, senza coinvolgere la comunità interessata”. Intanto però nella legge europea in tedesco esiste il Südtirol, in italiano soltanto la “provincia di Bolzano”. “Ora Kompatscher cerca di correre ai ripari, ma la Svp dovrebbe ricordarsi di garantire anche gli italiani. Che sono minoranza in Alto Adige, all’interno di un’altra minoranza”, conclude Nicolini.