Matteo Renzi ha messo al voto online la scelta del simbolo del suo nuovo partito. “Sabato prossimo alle 18 in punto il simbolo di Italia Viva sarà ufficialmente presentato alla Leopolda 10″ ha annunciato su Facebook.
La scelta del voto online è giusta, perché quello del sondaggio fra il proprio elettorato è l’unico modo per stabilire l’efficacia di un simbolo. Le analisi basate sulla comunicazione efficace (comprese le mie) possono essere tecnicamente giuste, ma poi c’è la realtà, c’è quello che pensa realmente la gente che non è tenuta a conoscere le regole della grafica, la semiotica eccetera. Per questo è bene chiedere direttamente a loro cosa preferiscano. Partendo però, certamente, da una base seria.
Analizzando questi tre loghi ho notato degli aspetti insoliti e delle curiosità che sfuggono alla maggioranza. Vediamoli insieme.
Il primo è un simbolo femminista
Il rosa in politica rappresenta i partiti femministi, ma in alcune nazioni del Nord Europa viene usato raramente anche da partiti di centro. In questo caso l’omino stilizzato in rosa al posto della “i” simboleggia la centralità della donna nel nuovo progetto di Renzi. L’omino è separato dalle due V, che disegnate senza interruzione sono una W, simbolo che significa “viva”.
Questo logo con le sue sfumature di rosa e l’omino stilizzato ricorda un po’ troppo i simboli delle associazioni per la tutela delle donne e la prevenzione del cancro al seno. Va bene includere le donne, certamente, ma così si escludono del tutto gli uomini. Non credo che Italia Viva voglia essere un partito femminista. Non consiglierei il primo simbolo.
Il secondo simbolo ammicca a Instagram
Credo che l’idea su cui si basa il logo sia tutta qui: ricordare Instagram.
Un’idea sbagliata, sia perché il simbolo di un partito deve richiamare degli ideali e non i social network, sia perché Instagram con la politica non ha niente a che fare. Per come è progettato, a differenza di Facebook e Twitter, non si presta alla comunicazione politica. I politici lo usano, certo, ma con poca efficacia e mai come unico strumento di comunicazione.
Usando questi colori probabilmente l’autore vuole associare il mondo giovanile al partito. Ma non è così che funziona. Netflix ha il logo rosso, allora è comunista? Non basta scimmiottare il logo di un brand per attrarre il suo target di riferimento.
Il terzo simbolo è ispirato alla campagna di Renzi per le primarie del 2012
I colori rosso e blu erano i colori di Renzi quando nel 2012 comunicava al di fuori del Pd, ovvero alle primarie e alla Leopolda. Da lì viene anche il nome del partito “Italia Viva”, che era già usato negli slogan di quella campagna. Questi colori vengono da Obama che li aveva nel logo. La cosa negli Usa non è strana, sia perché lì i colori sono invertiti (il rosso è la destra e il blu è la sinistra), sia perché sono quelli della bandiera nazionale.
La scelta di questi due colori permette a Renzi non solo di richiamare l’entusiasmo dei tempi, ma anche di non collocarsi né a destra né a sinistra. Un’identità a sé, libera dal Pd e dal centrodestra. Possiamo definirla di centro.
Nel terzo logo la parola “viva” è grande e sottolineata. Fa pensare più intuitivamente al gioco di parole “Viva l’Italia viva”, slogan della Leopolda 2012 ispirato a una canzone di Francesco De Gregori, Viva l’Italia appunto.
Questo simbolo finalmente sembra il simbolo di un partito, non di una Onlus o di Instagram. I simboli semplici, collocabili in una categoria e dunque riconoscibili sono i più efficaci, sono quelli che entrano più facilmente nella mente del cittadino e si fanno ricordare. Senza dubbio il terzo simbolo è il migliore per il partito di Renzi. Vedremo cosa sceglieranno i votanti online.