Il governo italiano compatto nel chiedere che "la moratoria nella vendita di armi alla Turchia sia deliberata in sede europea". Dopo gli annunci del ministro Di Maio e di Zingaretti, arriva la nota della presidenza del Consiglio. Lunedì a Bruxelles primo vertice decisivo: il consiglio degli Affari Esteri
Il governo italiano vuole che tutta l’Unione europea interrompa la vendita di armi alla Turchia, perché l’attacco militare nel nord della Siria va contrasto “con ogni strumento consentito dal diritto internazionale”. Dopo l’annuncio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dal palco di Italia 5 Stelle, arriva anche la nota ufficiale di Palazzo Chigi: “Il Governo è già da ieri al lavoro affinché l’opzione della moratoria nella vendita di armi alla Turchia sia deliberata in sede europea quanto prima possibile, tenuto conto che già lunedì si svolgerà il Consiglio degli Affari Esteri e, giovedì e venerdì, si terrà il Consiglio Europeo“. Saranno i vertici già decisiva per definire una replica europea all’iniziativa di Erdogan.
L’esecutivo giallorosso chiede infatti fin da subito una risposta univoca dell’Ue, al di là delle prese di posizione dei singoli Stati, come Germania e Francia, che già sabato hanno annunciato il blocco dell’export di armi verso Ankara. “Lunedì al consiglio Ue dei ministri degli Esteri, come governo, chiederemo che tutta l’Ue blocchi la vendita“, ha assicurato Luigi Di Maio ai militanti M5s e ai contestatori presenti all’Arena Flegrea durante il suo intervento di sabato sera. Solo poche ore sulla stessa linea si era espresso anche il segretario Pd, Nicola Zingaretti: “Bisogna fermare l’invasione da parte della Turchia, siamo al fianco del popolo curdo. Mobilitiamoci in tutte le città. Il governo italiano, oltre ai provvedimenti che sta adottando, valuti subito il blocco delle esportazione delle armi alla Turchia“. L’Italia si schiera compatta contro Erdogan. Nessun dissenso, da parte di tutto l’arco parlamentare, da sinistra a destra.
Anche la vicinanza al popolo curdo è uno dei concetti ribaditi da Palazzo Chigi: “L’Italia – si legge in una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio – promuoverà questa iniziativa in tutte le sedi multilaterali e si adopererà per contrastare l’azione militare turca nel Nord-Est della Siria con ogni strumento consentito dal diritto internazionale. Il Governo italiano è convinto che si debba agire con la massima determinazione per evitare ulteriori sofferenze al popolo siriano, in particolare curdo, e per contrastare azioni destabilizzanti della regione. Il Governo italiano ritiene che questi obiettivi debbano essere raggiunti attraverso il coordinamento europeo e operando in sede multilaterale al fine di rafforzarne l’efficacia”, conclude la nota.
Anche il premier Giuseppe Conte quindi si schiera apertamente al fianco di Di Maio in questa iniziativa, portata avanti nonostante la Turchia sia il terzo Paese al mondo verso cui l’Italia esporta armi e materiali d’armamento, dopo Qatar e Pakistan. Tra le maggiori fornitrici italiane ci sono anche Leonardo, Alenia e Beretta. Nel 2018, indica la relazione presentata al Parlamento, è stata autorizzata l’esportazione dall’Italia alla Turchia di armi per complessivi 362,3 milioni di euro, in forte e costante crescita rispetto ai 266,1 milioni di euro del 2017 ed ai 133,4 del 2016. Al Paese di Erdogan sono stati inviati sistemi d’arma, munizioni, bombe, siluri, missili, apparecchiature per la direzione del tiro, aerei, apparecchiature elettroniche, corazzature, equipaggiamenti di protezione, per la visione d’immagini, pezzi fusi e semilavorati, tecnologia per la produzione e sviluppo, software.