Non arriverà prima dell’otto novembre la decisione del giudice per le indagini disciplinari di Roma Gaspare Sturzo sul rinvio a giudizio nei confronti di Tiziano Renzi nell’ambito dell’inchiesta Consip. L’udienza decisiva, prevista per oggi, è infatti slittata alla prima settimana del prossimo mese, ovvero dopo che la Corte d’Appello si pronuncerà in merito ad una istanza di ricusazione nei confronti di Sturzo presentata dall’ex parlamentare del Pdl, Italo Bocchino accusato di corruzione e turbativa d’asta. Sturzo aveva negato l’archiviazione anche per altre posizioni nei confronti delle quali i pm di piazzale Clodio avevano chiesto di archiviare singoli capi di imputazione. Tra loro l’ex ministro Luca Lotti (accusato di rivelazione del segreto d’ufficio), il padre dell’ex premier Tiziano Renzi (traffico di influenze), il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia (rivelazione del segreto d’ufficio), l’imprenditore Carlo Russo (turbativa d’asta). Tra gli indagati anche Alfredo Romeo (corruzione e turbativa d’asta), l’allora ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi (turbativa d’asta), l’ex ad di Consip Domenico Casalino (turbativa d’asta) e il dirigente Francesco Licci (turbativa d’asta). Nella prossima udienza è previsto l’intervento della Procura che potrebbe reiterare la richiesta di archiviazione.

La prima richiesta di archiviazione nei confronti di Tiziano Renzi era arrivata il 29 ottobre di un anno fa. All’epoca, in riferimento alla posizione del padre del leader di Italia Viva, magistrati di piazzale Clodio nella richiesta hanno scritto che nel corso dell’interrogatorio del 7 marzo del 2017 Tiziano Renzi fece “affermazioni non credibili”, fornendo una “inverosimile ricostruzione dei fatti”. Tuttavia, “non è dato rinvenire alcun elemento” – hanno sottolineato – che faccia supporre un accordo illecito con Russo”. In particolare, gli inquirenti hanno sostenuto che Tiziano Renzi nel corso del confronto con i pm ha “sì dichiarato di conoscere Russo da prima del 2012, di avere condiviso con lui sia esperienze lavorative che esperienze personali come viaggi a Medjugorie, sì di avere instaurato un rapporto tale da avere fatto il padrino di battesimo del figlio, ma esclude di avere ‘parlato mai con lui di Consip‘, né di avere mai ‘spinto con lui su Consip‘”. Queste ultime affermazioni per i pm “non appaiono credibili” confrontate con quanto dichiarato dal testimone e grande accusatore, l’ex ad di Consip, Luigi Marroni, in modo dettagliato, con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi degli incontri avvenuti con Renzi. Nel provvedimento, hanno aggiunto i pubblici ministeri, Marroni ha riferito che “in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per ‘dargli una mano’. Si sarebbe trattato, secondo quanto riferito da Marroni, di una generica raccomandazione che non avrebbe avuto alcun esito”. Il 25 luglio 2019, però, il gip di Roma Gaspare Sturzo ha detto di no alla richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi. Oggi, invece, il rinvio della decisione finale al prossimo 8 novembre.

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