Gli “elevati possono contribuire alla rigenerazione della politica se essi sono genuinamente degli elevati”. Beppe Grillo, a meno di 24 ore dalla conclusione della due giorni del Movimento 5 stelle, ha scelto di scrivere un lungo post sul suo blog dedicato a “l’elevato”, definizione con la quale provocatoriamente si fa chiamare dai suoi. L’articolo dal titolo “La trinità degli Elevati” affronta in modo criptico il concetto di leader, leadership e ruolo politico. E arriva in un momento molto delicato per i 5 stelle con il capo politico Luigi Di Maio contestato da una parte dei suoi e l’avvio imminente di una riorganizzazione interna. Proprio Italia 5 stelle a Napoli ha fotografato gli equilibri interni, mostrando l’asse tra il garante e il premier Giuseppe Conte. “Si potrebbe dire”, scrive Grillo, “che nella Storia universale solo i grandi Elevati, come Solone, sono stati dei grandi politici. I non Elevati possono conquistare il potere politico, ma senza elevazione, saranno ricordati solo come dittatori, tiranni o semplicemente uomini politici”.
“Cos’è un Elevato? Sicuramente un individuo eccezionale, un grande uomo”, è l’attacco dell’articolo. “Come lo si riconosce? In base all’interesse che suscita nel popolo. L’Elevato è un individuo che possiede autorità sull’uomo comune. Questa autorità può essere solo di tre generi, però, estetica, etica e religiosa. Altrimenti parliamo solo di politici, non di Elevati”. Non è chiaro di chi stia parlando nello specifico, ma l’unico altro leader che Grillo ha mai chiamato “elevato” oltre a se stesso, è stato Giuseppe Conte in piena crisi politica.
Grillo quindi è entrato ancora di più nel dettaglio del suo ragionamento e ha spiegato che cosa intende per ciascuno dei generi: “L’autorità estetica nasce dalla necessaria ineguaglianza degli individui tra di loro. L’Elevato estetico, di solito un artista, è un uomo a cui la fortuna ha concesso doni eccezionali o perché è più bello di altri o perché è più bravo. L’ineguaglianza è necessaria perché Bellezza o Intelligenza sono un dono e non possono essere prodotte o scambiate per decisione volontaria di nessun essere umano. E così, in virtù di questo dono, l’Elevato può fare cose che la gente comune da sola non può fare. Per essere riconosciuto come Elevato deve essere in grado di fare quelle cose. In cambio, la gente comune gli deve dare ammirazione. E anche ubbidienza. La minaccia che pende sulla testa dell’Elevato è solo una. Non è eterno“. Per questo genere di elevato, scrive ancora Grillo, ci sono dei pericoli. Intanto, “l’orgoglio”, “e cioè pensare che le sue capacità superiori non gli sono state date da Dio ma che se le è guadagnate da solo, lui stesso. Ritenersi non solamente più fortunato degli altri, ma intrinsecamente e moralmente migliore. Se cedesse a questa tentazione egli potrebbe diventare un tiranno che esige un’ammirazione eccessiva dagli uomini e insolente verso le forze a cui deve la sua forza. Viceversa, per la gente comune, il pericolo è l’invidia, cioè negare che l’ineguaglianza è in qualche modo necessaria”.
Poi Grillo continua parlando de “l’Elevato di natura etica” che “nasce ancora una volta dalla diseguaglianza accidentale nei rapporti degli individui con la Verità universale. L’Elevato etico è colui che in un dato momento della storia si trova a sapere più degli altri. Questa conoscenza può essere una parte qualunque della Verità, non solamente quella che i filosofi chiamano etica. Qui non si tratta di doni innati ma di un accidente del tempo. L’Elevato, cioè, non è uno che può fare, come l’Elevato estetico, ciò che altri non possono, ma uno che in un preciso momento della storia conosce più cose di altri”. Il pericolo è che l’Elevato etico non condivida ciò che sa con gli altri: “Ma gli altri possono apprendere solo se l’Elevato li istruisce. E questo è precisamente quello che l’Elevato deve fare per essere riconosciuto come Elevato. In cambio, la gente comune gli presta attenzione come ponte tra loro e la Verità. Il pericolo per l’Elevato etico è che potrebbe desiderare ammirazione, come l’Elevato estetico, e così potrebbe essere portato a rifiutare di cedere la sua superiorità e rifiutare, quindi, di condividere la sua conoscenza, trattandola come un mistero ermetico riservato a pochi eletti. La conseguenza è che pensando sempre alle proprie relazioni privilegiate egli smette di condividere la Verità che conosce. E poi, naturalmente, coloro che dovrebbero apprendere sono non tutti propensi dal voler imparare dall’Elevato etico. Basti pensare a Socrate e alla sua fine. E, d’altra parte, la gente comune potrebbe essere portata a un atteggiamento passivo di ammirazione che la porta ad accettare ciò che l’Elevato etico dice solo perché lo dice lui, e non perché essi si rendono conto che è la Verità. Un altro pericolo per l’Elevato etico è che i piaceri del corpo e quelli materiali lo tentino ad abbandonare la sua ricerca“.
Infine Grillo ha parlato dell’elevato etico: “L’autorità religiosa, come quella estetica, invece, non è trasferibile da un individuo ad un altro, come nel caso dell’elevatezza etica, e nasce non da un rapporto tra individui, ma da un rapporto particolare con la Verità, la Bellezza e l’Assoluto”, si legge ancora. “L’Elevato religioso è un individuo che con passione assoluta si dedica a qualcosa che è per lui la Verità assoluta, il suo Dio, e cioè che Bellezza è Verità e Verità è Bellezza e questo, per l’Elevato religioso, è tutto quello che c’è da sapere, tutto quello che dobbiamo sapere. L’accento è tanto forte sull’assoluto che anche se dovesse trovarsi in una relazione appassionata con ciò che è eticamente, cioè universalmente falso, egli rimane un Elevato. C’è poi il fatto che l’Elevato religioso non può ispirare ammirazione né trasmettere conoscenza, come possono fare gli altri due tipi di Elevati, può soltanto accendere con l’esempio una passione similmente assoluta. Il pericolo per l’Elevato religioso è che possa perdere la fede e cessare così di avere una dedizione assoluta. Oppure che mentre continua nella sua dedizione assoluta ne trasformi la natura da positiva a negativa, dedicandosi alla Verità con una passione assoluta di odio e avversione. Nel primo caso, se perde la fede, cessa semplicemente di essere un Elevato religioso, nel secondo diventa un Elevato religioso sì ma negativo, cioè un diavolo”.