C’è una nuova inchiesta su Antonello Montante, l’ex paladino dell’antimafia ed ex presidente di Confindustria Sicilia. Dopo la condanna in primo grado a 14 anni per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico, ora la procura di Caltanissetta ha iscritto di nuovo Montante sul registro degli indagati: l’ipotesi dei pm è riciclaggio.

A riportare la notizia è l’edizione locale di Repubblica Palermo. L’indagine nasce dal ritrovamento di una pen drive durante una perquisizione nella casa dell’imprenditore i cui dati erano stati parzialmente cancellati ma che contiene nomi e cifre al vaglio degli investigatori. C’è un foglio excell in cui sono annotati soldi e nomi. Secondo gli investigatori sono i fondi neri creati dalla società Msa di Cuneo, l’azienda di Montante. A cosa servivano? A chi andavano? A uomini di Cosa nostra, come sostenuto da alcuni pentiti? O a politici come Totò Cuffaro, citato nell’indagine principale da Michele Trobia, presidente del circolo del tennis di Caltanissetta. “Le altre borse con Totò Cuffaro, le altre borse che depositò a casa mia, qua ci sono 80 milioni”, dice l’uomo che si autodefiniva un “distributore di mazzette”.Nel foglio excell ci sono altri misteri da scoperire. Per esempio chi è il misterioso “signor P” che tra il 2004 e il 2011 avrebbe beneficiato di 50mila euro in diverse tranche?

Per rispondere a questa domanda la pm nissena Claudia Pasciuti sta continuando a indagare. È lei la titolare del fascicolo sull’inchiesta definita Montante bis dopo che il pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto la revoca dell’assegnazione al procuratore capo Amedeo Bertone che l’ha accolta. Questa porzione dell’inchiesta sull’ex paladino dell’antimafia riguarda i suoi rapporti con politici, imprenditori: ci sono 10 indagati.

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