Quota 100 non verrà toccata e non ci saranno nuove tasse. Mentre mancano poche ore al consiglio dei ministri che darà il via libera alla manovra da inviare alla Commissione europea (la scadenza è a mezzanotte), sono in corso gli ultimi contatti per limare il testo. Nelle scorse ore non sono mancate le tensioni dentro la maggioranza su alcuni dei punti discussi. In particolare i renziani di Italia viva hanno chiesto che fosse rivista la riforma del governo gialloverde, salvo poi ritornare sui loro passi. L’altro tema su cui gli scissionisti del Partito democratico si stanno mettendo di traverso è invece la riduzione della soglia per l’uso del contante da 3mila a mille euro. Propriol’aumento del tetto, inserito attualmente nella bozza del dl Fisco collegato alla manovra, era stato deciso dal governo Renzi. Secondo l’Ansa, anche una parte dei parlamentari M5s si starebbe opponendo all’abbassamento del limite. Fonti qualificate pentastellate spiegano comunque che non è questa la linea del partito, che è a favore della misura nel decreto fiscale. Ma nel Pd c’è chi teme che il tetto al contante sia una leva nella trattativa per ottenere che nel decreto fiscale ci sia l’inasprimento del carcere agli evasori.
Al momento comunque, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri compare solo il Documento programmatico di bilancio. Si tratta della bozza con le principali misure che saranno inserite in manovra e il governo deve inviarla all’Ue entro la mezzanotte di oggi. La legge di bilancio vera e propria e il decreto fiscale avranno il via libera formale in una riunione successiva.
Nonostante le richieste del fronte renziano, dalla maggioranza arrivano segnali positivi. “Il Consiglio dei ministri approverà stasera la manovra complessa a cui stiamo lavorando”, ha detto il premier Giuseppe Conte in mattinata a margine di un incontro al Cnr. “Far quadrare i conti è sempre difficile per tutti, ma sui giornali leggo una rappresentazione errata della realtà: non c’è stato assolutamente quel clima che oggi viene riportato”. Poi, nel pomeriggio ha aggiunto: “Non vedo rischi per la stabilità del governo. Ma al contempo non permetterò che questa manovra sia terreno di scontro tra le forze politiche, questa manovra non è un campo dove piazzare la bandierina del proprio partito. Questa manovra è solo e soltanto del e per il Paese. Chi pensa di mettere le mani su questa manovra per farne la propria campagna elettorale, si sbaglia”.
Una linea confermata anche dai democratici. Per il ministro Pd dell’Economia Roberto Gualtieri, “il quadro di fondo è definito”: “È stato difficile ma ci siamo riusciti, l’Iva non aumenterà, ci saranno più soldi in busta paga, più investimenti e un robusto pacchetto famiglia”. Intorno a mezzogiorno, Conte ha incontrato Gualtieri per parlare del testo che sarà discusso alle 21: il confronto è durato un’ora e mezza ed erano presenti i tecnici che seguono il dossier e i sottosegretari che per i partiti di maggioranza si occupano di manovra e decreto fiscale. In un primo momento, per quanto riguarda quota 100 si era parlato dell’ipotesi di rivedere “le finestre d’uscita“, come specificato dallo stesso premier e richiesto da Partito democratico e Italia viva. Ma questa soluzione è stata scartata.
Il ministro degli Esteri e capo politico M5s Luigi Di Maio si è detto soddisfatto perché alla fine, nella manovra, “non ci saranno nuove tasse, nemmeno quelle sulle sim telefoniche”. Quindi ha rivendicato lo stanziamento di “11 miliardi in più per i prossimi tre anni” sull’ambiente, “mezzo miliardo” per l’assegno unico alle famiglie, l’abolizione del superticket sanitario, la difesa della Quota 100 che “resterà intatta”, l’anticipo di un anno della deducibilità Imu sui capannoni al 100% al 2022, e il taglio del cuneo fiscale. “Sono alcuni dei risultati che abbiamo ottenuto per questa legge di bilancio e per noi erano punti fermi. Vogliamo che l’Italia cresca e che torni ad essere protagonista. Il Movimento 5 stelle non sta al governo per passare il tempo, ma per cambiare davvero il Paese”.
Sempre il premier, intervenendo nel pomeriggio dall’Albania, ha parlato di quanto previsto in manovra sul taglio del cuneo fiscale: “C’è uno sforzo significativo da parte del governo per consentire a tutti i lavoratori di poter recuperare la perdita di potere d’acquisto. Obiettivo del governo è intervenire sul taglio del cuneo fiscale, e siccome le risorse non sono molte, opereremo un taglio esclusivamente a favore dei lavoratori“. Mentre sulla lotta all’evasione ha detto: sulla lotta all’evasione “non sarò appagato finché non ci sarà un sensibile decremento dell’economia sommersa, questa lotta deve essere efficace e non declamata. Non accetto che tanti italiani onesti paghino le tasse per chi non evade e finché non otterrò risultati non sarò appagato”.
Giudizio positivo anche dal capogruppo al Senato Andrea Marcucci, fino a poche settimane fa molto vicino a Matteo Renzi: “Diciamocelo subito: la legge di bilancio non sarà il libro dei sogni. Ricordiamoci, però, sempre, dove era l’Italia nel mese di agosto, con un governo allo sbando, un ministro dell’interno prepotente che dettava i suoi diktat dalla spiaggia del Papeete, e con le clausole di salvaguardia dell’Iva più alte di sempre (23 miliardi nel 2020, 29 miliardi nel 2021) pronte a scattare”. E ha chiuso: “Si poteva fare meglio? Come è ovvio si, ma alla fine il risultato ottenuto in queste condizioni è quasi un miracolo se paragonato alla situazione politica di pochi mesi”.