Dopo l'ottimo lavoro con la saga di The Witcher, CD PROJEKT RED cambia totalmente ambientazione tuffandosi sul futuristico Cyberpunk2077, uno dei titoli più attesi del prossimo anno. Durante la Gamescom di Colonia abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con un membro del team polacco su alcuni aspetti del loro nuovo gioco
Cyberpunk 2077 è molto probabilmente il gioco che ha fatto parlare di più di sé in questi anni con il team polacco di CD PROJEKT RED che dopo il successo costruito con la saga di The Witcher, è pronto a sganciare un’altra bomba sul mercato videoludico. Aprile 2020 sembra nonostante tutto ancora troppo lontano. Ma cosa si sa fino ad ora di Cyberpunk 2077?
L’ambientazione del nuovo titolo di CD PROJEKT RED è ispirata al gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk 2013, creato da Mike Pondsmith e rilasciato sul mercato americano nel 1988, gioco quest’ultimo ambientato nel (allora) futuro del 2013 ed ispirato ai romanzi di William Gibson, Bruce Sterling, Tom Maddox ed altri, che formano la raccolta di racconti Mirrorshade, uno dei punti cardine del movimento cyberpunk.
Dal 1988 sono uscite ben tre edizioni del gioco di ruolo cartaceo, vedendone una quarta in prossima pubblicazione che fungerà letteralmente da prequel ad alcuni eventi del videogioco. Si può capire da ciò quanto sia amato dai giocatori di tutto il mondo, e quanto una trasposizione videoludica sia per essi un evento cosi importante, vedendo dunque il riprodurre in formato digitale Nightcity e la sua popolazione essere una sfida anche per un team talentuoso come quello di CDPR.
La Nightcity di Cyberpunk 2077 sarà divisa in diverse aree, ognuna con il proprio “fixer” che fornirà ai player missioni principali e secondarie, ovviamente ogni area avrà una sua particolare identità, cosi da non risultare mai noiosa, almeno stando alle parole di uno dei quest designer dello studio. Lo spostamento tra le zone è previsto tramite veicoli, come la moto che si è vista proprio nell’ultimo filmato di gameplay mostrato dagli sviluppatori, moto che ci permetterà di godere di ogni tipo di modifica estetica apportato al personaggio.
Come nei filmati di gameplay mostrati in occasione della Gamescom e del Tokyo Game Show potremo scegliere il sesso del nostro protagonista, e da quanto si è capito potremo cambiarlo a nostro piacimento all’interno del gioco, modificandone i componenti; alcune missioni saranno attivabili più facilmente con determinate modifiche hardware ed è proprio questa “fluidità” che andrà ad essere il cardine del gameplay di Cyberpunk 2077, non inquadrando il personaggio in una determinata classe ma permettendoci di volta in volta di spendere i punti nella maniera che riteniamo più utile, creando personaggi unici nel loro genere, veri figli di Nightcity.
Nel filmato si è potuto notare anche come il sistema di combattimento passi agilmente da una matrice stealth, con l’utilizzo di hacking sia come deterrente che come diversivo, all’assalto frontale, anche se ancora una volta mancava la Katana Monofilare vista nella presentazione di due anni fa; grazie ai numerosi upgrade tecnologici a cui potremo sottoporre il protagonista saremo in grado di affrontare le situazioni più disparate con l’approccio che preferiamo.
Un’altra delle punte di diamante del gioco è rappresentata dalla presenza del Cyberspazio, che è appena accennata nell’ultimo video presentato ma riuscendo però a mostrare una potenzialità immensa, che lascia presagire la possibilità di immergersi nella rete, attaccare e caricare “ICE” e far risuonare in tutto il web il nostro nome. Di carne al fuoco CDPR ne ha messa davvero tanta, e questo piccolo riassunto non può certamente elencare tutte le caratteristiche che in questi anni sono state rilasciate col contagocce, cambiate e che magari potrebbero mancare nella relase finale, ma con questa introduzione volevamo dare uno sguardo a quello che potenzialmente potrebbe essere uno dei videogiochi che l’anno prossimo lasceranno il segno.
In Gamescom abbiamo avuto la possibilità di intervistare Richard Borzymowski, Production Manager di CD PROJEKT, e porgli alcune domande su vari aspetti del gioco che ci hanno colpito particolarmente durante la presentazione:
Nel Gameplay visto oggi ( che è stato in seguito rivelato da CDPR alle altre fiere di settore) abbiamo potuto vedere il salto nel Cyberspazio, che oltre ad essere visivamente incredibile era esattamente come ce lo siamo sempre immaginato, soprattutto dopo aver letto i libri di William Gibson, autore della trilogia dello “Sprawl” a cui Cyberpunk 2077 si ispira, puoi dirci come avete fatto per rendere quel tipo di sensazioni provate solo attraverso dei racconti e a renderle in maniera visivamente perfetta?
Questa è un’ottima domanda, abbiamo esplorato varie possibilità su come potessimo rendere tangibile un’ambientazione cosi particolare, ma alla fine lo abbiamo creato ispirandoci alle cose che ci piacciono e che ci conosciamo, come i libri di Gibson appunto, è stato abbastanza naturale arrivare a quel tipo di resa grafica dopotutto.
Abbiamo visto nella creazione del personaggio durante la “demo” che non esistono particolari classi ma solo abilità che possono portare a personaggi unici, anche con l’aiuto dei potenziamenti cyborg.
Noi preferiamo chiamarli “stili di gioco”, pensiamo che il giocatore debba avere la possibilità di combinare vari di stili di gioco per crearne uno personale e unico, ovviamente se si vorrà giocare creando un personaggio totalmente devoto all’Hacking dovremo potenziare il più possibile quella tipologia di abilità lasciandone indietro altre, tutto dipende da come il giocatore vuole affrontare il gioco.
Durante il combattimento che abbiamo visto ad un certo punto siamo vittima di un tentativo di Hacking, anche questa tipologia di feed visivo è molto complicata da rendere ad un giocatore, come avete pensato di svilupparla, calcolando che la prima persona può dare problemi di motion sickness?
Abbiamo un team di persone che si impegna ogni giorno per ottimizzare le problematiche che nel nostro gioco potrebbero causare al giocatore sintomi di motion sickness, e lavoriamo a stretto contatto con loro in modo che questi casi particolari non causino fastidi di sorta. L’hacking, come il cyberspazio, è stato un misto delle passioni e delle nostre idee su come dovrebbe mostrarsi, tenendo sempre conto di come potrebbe colpire una macchina, dato che il protagonista è in parte macchina.