A sette anni dalla legge che impone di accettare i pagamenti elettronici arrivano finalmente le multe per i negozianti che storcono il naso e chiedono i contanti. A prevederle è l’ultima bozza del decreto legge fiscale collegato alla manovra, che non è all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di oggi ma potrebbe essere approvato ugualmente. La sanzione ammonta a 30 euro più il 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento con mezzi elettronici. A tradurre in pratica l’obbligo ci aveva provato il governo Gentiloni, ma lo schema di decreto ministeriale varato all’epoca fu bocciato dal Consiglio di Stato perché serviva un provvedimento con il rango di legge. Tra le altre novità della bozza ci sono l’abbassamento del tetto all’uso del contante da 3mila a mille euro (il livello in vigore prima del 2016, quando fu triplicato dal governo Renzi) e l’aumento delle tasse sulle vincite alla lotteria e a tutti gli altri giochi legali. Non compare invece in questa nuova bozza la decurtazione dei rimborsi fiscali da eventuali debiti con l’erario già diventati cartelle esattoriali. E sono in bianco gli articoli sull’eventuale modifica delle soglie di punibilità per gli evasori, su cui si sta consumando uno scontro all’interno della maggioranza.
Il provvedimento prevede anche una lotteria degli scontrini ad hoc per chi paga con carta e per il commerciante o artigiano che la accetta. La relazione illustrativa parla di “una specifica estrazione di premi in denaro, riservati tanto ai consumatori finali quanto agli operatori Iva, qualora il pagamento della operazione commerciale avviene esclusivamente con pagamento elettronico, sostituendo la precedente disposizione che prevedeva solo un aumento delle probabilità di vincita nella lotteria ordinaria”. Ci sarà poi una multa da 500 fino a 2.000 euro per i commercianti che non accettano il codice fiscale per consentire ai consumatori di partecipare alla lotteria degli scontrini o non inviano i dati all’Agenzia delle entrate.
Se i premi della lotteria degli scontrini saranno esentasse, tutte le altre vincite al gioco saranno tassate di più. Arriva infatti una tassazione a scaglioni che sostituisce la vecchia flat tax al 12%, con ben 5 aliquote che vanno dal 15% al 25%. E’ previsto un prelievo del 15% per vincite tra 500 euro e 1.000 euro, del 18% per vincite tra 1.000 euro e 10.000 euro, del 21% per vincite tra 10.000 euro e 50.000 euro, del 23% per vincite tra 50.000 euro e 10 milioni e del 25% per vincite oltre i 10 milioni. La novità riguarda videolotteries, lotterie nazionali ad estrazione istantanea (Gratta&Vinci) e giochi numerici a totalizzatore nazionale (Gntn).
Ai fini di contrastare l’evasione fiscale, il decreto prevede che i file delle fatture elettroniche vengano “memorizzati fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento ovvero fino alla definizione di eventuali giudizi” e siano utilizzati sia dalla Guardia di finanza sia dall’Agenzia delle entrate “per le attività analisi del rischio e controllo ai fini fiscali”. Oggi, spiega la Relazione illustrativa, Entrate e Fiamme Gialle possono utilizzare i file XML esclusivamente per specifici controlli tributari. La modifica “offrirebbe la possibilità di utilizzare tale importante patrimonio informativo per tutte le funzioni istituzionali di polizia economico-finanziaria demandate al Corpo” e “per una più generale finalità di analisi del rischio di evasione fiscale, prodromica a meglio orientare l’attività ispettiva di natura amministrativa dell’Amministrazione finanziaria.
Arriva poi l‘annunciata stretta anche sulle compensazioni Inps e Inail, ma non servirà come copertura per la manovra. Gli istituti avvieranno una “cooperazione rafforzata” con l’Agenzia delle Entrate, cui potranno “inviare segnalazioni qualificate” su operazioni “a rischio”, e si introducono anche “sanzioni” se viene individuato “il tentativo compensare crediti inutilizzabili”. A queste misure però, come si legge nella relazione tecnica, “per ragioni di prudenza, non vengono ascritti effetti finanziari positivi“.
Le autoscuole saranno soggette all’Iva, come richiesto dall’Agenzia delle Entrate in seguito a un pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Ue, ma incassano lo stop alla retroattività. La nuova disciplina entrerà in vigore dall’1 gennaio 2020 e lo Stato stima di incassare 66 milioni l’anno. Le scuole guida dovranno certificare i corrispettivi delle lezioni per la patente per via telematica, ma avranno tempo fino al 30 giugno per adeguarsi e fino ad allora potranno rilasciare una ricevuta fiscale.