Prima si chiamava Arit, e si occupava esclusivamente di informatica. Ma da quando, con una legge del 2016, ha cambiato nome (Aric) e pelle, ha visto moltiplicarsi le poltrone invece che concretizzarsi in toto il nuovo compito che le era stato assegnato. L’Aric dovrebbe svolgere il ruolo di centrale congiunta d’acquisto per la Regione Abruzzo, di soggetto aggregatore e stazione unica appaltante. Funzioni fondamentali per spendere (bene) il denaro di tutti. Dovrebbe gestire gli appalti di tutti gli enti pubblici regionali, muovendo decine di milioni di euro. Ma è rimasta in mezzo al guado, e le ultime nomine della nuova giunta regionale abruzzese (Daniela Valenza a commissario straordinario e due subcommissari ex novo, Carlo Montanino e Domenico Lilla) hanno mandato su tutte le furie il vice presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari (Movimento 5 Stelle).
“Il presidente Marsilio, che da romano sembra completamente disinteressato all’Abruzzo, forse ha preso le casse della Regione come un bancomat. Infatti dopo aver aggiunto il compenso per il commissario Aric, pari al 50% di quello previsto per il direttore generale, istituisce non uno ma ben due sub-commissari, che questa volta dovrebbero essere retribuiti con il 40% del compenso del direttore generale. Il centrodestra continua ad aumentare gli stipendi dei dirigenti, e dove non esistevano compensi addirittura li crea, aggiungendo ben tre ruoli a pagamento nel caso Aric. Invece di renderla operativa al 100%, si pensa prima di tutto a stabilire quante poltrone dovranno essere pagate in caso di assenza del dirigente. L’Aric, se gestita bene, potrebbe far risparmiare molti soldi all’Ente Regione soprattutto per quanto riguarda le centrali uniche di acquisto, per esempio, delle Asl: una centrale d’acquisto che racchiuda gli ordini di tutte e quattro le aziende sanitarie locali potrebbe abbattere notevolmente i costi che oggi si affrontano facendo quattro ordini separati per ognuna di loro”.
Il governatore abruzzese Marco Marsilio ha risposto così: “Pettinari ha preso una macroscopica cantonata. Il commissario straordinario da poco nominato non prenderà alcun compenso perché è un dirigente regionale che, per legge, gode di un’indennità omnicomprensiva. La misura del 50% indicata nella delibera di giunta ha quindi solamente un valore formale e parametrico – dice al Fatto.it – I due subcommissari si rendono necessari perché il commissario non può dedicarsi esclusivamente a tale compito (avendo altri incarichi in Regione), e saranno incaricati di svolgere le funzioni relative ai due segmenti di cui si compone l’agenzia, molto specialistiche e settoriali. Il loro compenso singolo è pari al 40% di quello previsto per il direttore generale. Ma in realtà, uno dei due subcommissari è anch’esso un dipendente regionale e poiché in questi casi non si può prevedere un compenso superiore al 60% della retribuzione annua lorda percepita dal dipendente nell’esercizio precedente, per lui il costo per l’amministrazione si attesterebbe intorno al 25% della retribuzione del DG. Con due terzi di uno stipendio solo stiamo rimettendo in moto una macchina che porterà notevoli risparmi alla Regione. Aggiungo che il direttore generale manca ormai da molto tempo: in attesa della nuova nomina, si è reso urgente nominare un commissario” .
L’ultimo direttore generale era stato Fabrizio Bernardini: il suo incarico pro-tempore, lungo sei mesi, è scaduto in primavera, proprio quando il nuovo esecutivo abruzzese si insediava. Lui aveva lavorato a titolo gratuito, perché dipendente regionale; ma alla voce “compenso da corrispondere annualmente” al suo predecessore Sandro Di Minco c’è scritto 97.778 euro (fonte il sito Internet ufficiale dell’Aric). E dovrebbe continuare a essere questo lo standard. Le polemiche sulle spese della nuova giunta regionale abruzzese a propulsione Lega-Fratelli d’Italia avevano avuto un prologo qualche settimana fa, quando l’amministrazione Marsilio aveva annunciato un aumento di 40mila euro in busta paga per i direttori generali delle Asl abruzzesi. Elevata, così, a 149mila euro lordi. “Il precedente livello retributivo rendeva la sanità abruzzese difficilmente ‘appetibile’ per i manager, non adeguarlo stava producendo come risultati la mortificazione e il declassamento della nostra regione” aveva spiegato la Regione.