Torna il caos scale mobili nella metropolitana di Roma. Atac, la società capitolina dei trasporti, ha annunciato la chiusura per tre mesi della stazione della linea A di Baldo degli Ubaldi, cui seguirà quella successiva di Cornelia, entrambe situate nella parte ovest della città. La decisione è stata presa per permettere alla società di effettuare la “manutenzione ventennale degli impianti di traslazione”, visto che entrambe le fermate sono molto profonde e non sono dotate di rampe di scale normali. “La sicurezza prima di tutto”, ha affermato la sindaca Virginia Raggi in persona, scusandosi con i cittadini per i disagi.
Venti anni senza manutenzioni straordinarie – La chiusura di queste fermate fa il paio con i disagi relativi alla centralissima stazione di Barberini, ancora chiusa per via dell’inchiesta seguita all’incidente dell’ottobre 2018 avvenuto a Repubblica, ferma a sua volta – insieme a Spagna – per diversi mesi. In effetti, il tratto più periferico della linea A, che va da Ottaviano fino a Battistini, è stato inaugurato fra il 29 maggio 1999, quando furono aperte le stazioni di Cipro e Valle Aurelia, e il 1 gennaio 2000, con l’entrata in funzione di Baldo degli Ubaldi, Cornelia e Battistini. Da allora nessun tipo di manutenzione straordinaria è stata effettuata, né tantomeno programmata. “Un disagio purtroppo necessario dato il totale disinteresse di chi in questi decenni sarebbe dovuto intervenire”, ha ammesso la stessa prima cittadina, sebbene nemmeno nell’ultimo anno vi sia stata una programmazione tale da evitare questo tipo di provvedimenti.
L’inchiesta e le “probabilità” del dirigente – È il caso di ricordare come sulle manutenzioni degli impianti di traslazione nelle metro romane vi sia in corso una importante inchiesta della Procura di Roma, che il 12 settembre scorso ha portato all’interdizione dai pubblici uffici di alcuni dipendenti Atac. Dalle intercettazioni era emerso come qualche dirigente della municipalizzata si era addirittura arrivato a prendere il rischio di incidenti simili a quello avvenuto a Repubblica con i tifosi del Cska Mosca: “Se famo er calcolo delle probabilità, su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4, dai”, diceva il direttore d’esercizio Renato D’Amico, parlando poi proprio della fermata di Cornelia: “Non abbiamo mai fatto controlli qui. È una mossa esagerata da parte loro (della magistratura, ndr) chiudere le stazioni”.
Scale mobili e ascensori fermi ovunque – In generale, su tutta la rete metropolitana la situazione è critica. Alla data del 14 ottobre, le scale mobili sono ferme sulla A a Flaminio, Cipro e Valle Aurelia, sulla B a Castro Pretorio, Colosseo, Piramide, Magliana, Laurentina e Annibaliano e sulla C a Pantano. Difficoltà anche sugli ascensori, con problematiche quasi ovunque e in particolare sulla linea C, dove gli impianti funzionano ma, a quanto spiegato, vengono attivati con ritardo perché non ci sono abbastanza tecnici in grado di verificarne contemporaneamente il funzionamento. La mattina di sabato 12 ottobre, ad esempio, gli impianti erano fuori servizio in ben 10 stazioni. “Attivi l’88 per cento di impianti montascale, ascensori e scale mobili sui totali”, recita il sito ufficiale di Atac, statistica che tiene conto anche delle otto stazioni in cui i montascale a servizio dei disabili non sono funzionanti (questo tipo di impianti è presente solo in alcune fermate).
I finanziamenti governativi e la corsa contro il tempo – Intanto nella giornata di lunedì il presidente della commissione capitolina Mobilità, Enrico Stefano, si è concentrato sui 425 milioni di euro stanziati 2 anni fa per i trasporti romani dal Governo Gentiloni, con convenzione “sottoscritta a inizio 2019, in ritardo di quasi un anno, a causa di un ricorso presentato dalla Regione Veneto”. Grazie a questi soldi, Atac potrà svolgere la manutenzione straordinaria delle gallerie, la sostituzione dei binari e l’acquisto di nuovi treni. “Entro il 31 dicembre 2020 – avverte però Stefano – bisognerà presentare i contratti definitivi per non perdere i finanziamenti ricevuti. Ecco perché istituiremo al più presto un tavolo permanente di coordinamento tra i vari soggetti interessati dalla Convenzione, che seguirò personalmente, per portare a termine tutte le fasi delle progettualità e sottoscrivere i contratti nei tempi richiesti”.
Cronaca
Roma, scale mobili e disagi: Atac chiude per tre mesi la fermata Baldo degli Ubaldi, poi toccherà a Cornelia
La decisione è stata presa per permettere alla società di effettuare la “manutenzione ventennale degli impianti di traslazione”, visto che entrambe le fermate sono molto profonde e non sono dotate di rampe di scale normali. “La sicurezza prima di tutto”, ha affermato la sindaca Virginia Raggi, scusandosi con i cittadini per i disservizi
Torna il caos scale mobili nella metropolitana di Roma. Atac, la società capitolina dei trasporti, ha annunciato la chiusura per tre mesi della stazione della linea A di Baldo degli Ubaldi, cui seguirà quella successiva di Cornelia, entrambe situate nella parte ovest della città. La decisione è stata presa per permettere alla società di effettuare la “manutenzione ventennale degli impianti di traslazione”, visto che entrambe le fermate sono molto profonde e non sono dotate di rampe di scale normali. “La sicurezza prima di tutto”, ha affermato la sindaca Virginia Raggi in persona, scusandosi con i cittadini per i disagi.
Venti anni senza manutenzioni straordinarie – La chiusura di queste fermate fa il paio con i disagi relativi alla centralissima stazione di Barberini, ancora chiusa per via dell’inchiesta seguita all’incidente dell’ottobre 2018 avvenuto a Repubblica, ferma a sua volta – insieme a Spagna – per diversi mesi. In effetti, il tratto più periferico della linea A, che va da Ottaviano fino a Battistini, è stato inaugurato fra il 29 maggio 1999, quando furono aperte le stazioni di Cipro e Valle Aurelia, e il 1 gennaio 2000, con l’entrata in funzione di Baldo degli Ubaldi, Cornelia e Battistini. Da allora nessun tipo di manutenzione straordinaria è stata effettuata, né tantomeno programmata. “Un disagio purtroppo necessario dato il totale disinteresse di chi in questi decenni sarebbe dovuto intervenire”, ha ammesso la stessa prima cittadina, sebbene nemmeno nell’ultimo anno vi sia stata una programmazione tale da evitare questo tipo di provvedimenti.
L’inchiesta e le “probabilità” del dirigente – È il caso di ricordare come sulle manutenzioni degli impianti di traslazione nelle metro romane vi sia in corso una importante inchiesta della Procura di Roma, che il 12 settembre scorso ha portato all’interdizione dai pubblici uffici di alcuni dipendenti Atac. Dalle intercettazioni era emerso come qualche dirigente della municipalizzata si era addirittura arrivato a prendere il rischio di incidenti simili a quello avvenuto a Repubblica con i tifosi del Cska Mosca: “Se famo er calcolo delle probabilità, su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4, dai”, diceva il direttore d’esercizio Renato D’Amico, parlando poi proprio della fermata di Cornelia: “Non abbiamo mai fatto controlli qui. È una mossa esagerata da parte loro (della magistratura, ndr) chiudere le stazioni”.
Scale mobili e ascensori fermi ovunque – In generale, su tutta la rete metropolitana la situazione è critica. Alla data del 14 ottobre, le scale mobili sono ferme sulla A a Flaminio, Cipro e Valle Aurelia, sulla B a Castro Pretorio, Colosseo, Piramide, Magliana, Laurentina e Annibaliano e sulla C a Pantano. Difficoltà anche sugli ascensori, con problematiche quasi ovunque e in particolare sulla linea C, dove gli impianti funzionano ma, a quanto spiegato, vengono attivati con ritardo perché non ci sono abbastanza tecnici in grado di verificarne contemporaneamente il funzionamento. La mattina di sabato 12 ottobre, ad esempio, gli impianti erano fuori servizio in ben 10 stazioni. “Attivi l’88 per cento di impianti montascale, ascensori e scale mobili sui totali”, recita il sito ufficiale di Atac, statistica che tiene conto anche delle otto stazioni in cui i montascale a servizio dei disabili non sono funzionanti (questo tipo di impianti è presente solo in alcune fermate).
I finanziamenti governativi e la corsa contro il tempo – Intanto nella giornata di lunedì il presidente della commissione capitolina Mobilità, Enrico Stefano, si è concentrato sui 425 milioni di euro stanziati 2 anni fa per i trasporti romani dal Governo Gentiloni, con convenzione “sottoscritta a inizio 2019, in ritardo di quasi un anno, a causa di un ricorso presentato dalla Regione Veneto”. Grazie a questi soldi, Atac potrà svolgere la manutenzione straordinaria delle gallerie, la sostituzione dei binari e l’acquisto di nuovi treni. “Entro il 31 dicembre 2020 – avverte però Stefano – bisognerà presentare i contratti definitivi per non perdere i finanziamenti ricevuti. Ecco perché istituiremo al più presto un tavolo permanente di coordinamento tra i vari soggetti interessati dalla Convenzione, che seguirò personalmente, per portare a termine tutte le fasi delle progettualità e sottoscrivere i contratti nei tempi richiesti”.
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Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Sono a Roma per la Legge di Bilancio. Il Governo Meloni sta violando la Costituzione in modo sfacciato. Il Governo ha umiliato il Parlamento. Persino alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia, compreso il relatore della legge, si stanno ribellando. Domani alle 11 in diretta sui social e sulla Rai intervengo per denunciare questo modo di procedere". Lo scrive Matteo Renzi sui social.
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Questa è una discussione che non ha dato alcuno spazio per poter rappresentare le nostre istanze. Abbiamo fatto rappresentanza ma non abbiamo potuto incidere. Ed eravate quelli che gridavate alla fine della democrazia nel corso degli esami delle manovre. La coerenza non è il vostro forte. Nel merito: da incendiari, siete diventati quelli dei conti in ordine e dei sacrifici ma solo per alcuni italiani, quelli in difficoltà, i più fragili". Così Simona Malpezzi, senatrice Pd, in aula durante la discussione generale.
"Nel magico mondo di Giorgia tutto funziona ma se le cose andassero bene con questa legge di bilancio avreste dovuto ridurre le liste di attesa e garantire ai cittadini italiani di accedere alle prestazioni sanitarie. Nulla di tutto ciò: avete solo tagliato. Come sugli enti locali che non saranno più in grado di garantire servizi essenziali ai cittadini. Non avete accolto l'appello di Anci sul tema degli assistenti alla comunicazione che affiancano gli assistenti di sostegno. State dicendo a quei bambini che non ci sono i soldi per loro. Come sarà garantita l'azione educativa ai più fragili? Eppure al Ministro Giorgetti le felpe non sono mai piaciute ma il suo è il partito il cui leader andava in giro proprio con la felpa stop Fornero: l'avete peggiorata alzando l'età a 70 anni. La verità è che a questo governo la coerenza non appartiene. Ne prendiamo atto. Voi assumetevi la responsabilità di questa pessima legge di bilancio".
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Lega e Fdi per anni hanno parlato di macelleria sociale e invece con sorpresa" nella manovra c'è "attenzione ai futuri italiani. Va dato atto a Meloni, nel suo caso si tratta di trasformismo, di aver saputo con Giorgetti avere ragione di tanti fronti di maggiore spesa e maggiore disavanzo. Non condivido però il compiacimento della maggioranza per la posizione migliore che l'economia italiana avrebbe in Europa". Lo dice il senatore a vita, Mario Monti, intervenendo in aula al Senato.
"Certamente la situazione politica italiana più stabile e solida. Ma l'Italia ha un grande vuoto da recuperare: l'Italia è diventato un paese arretrato, nel quale i giovani più qualificati vanno all'estero, gli italiani non credono nel futuro dell'Italia se fanno così pochi figli. E' su questo sfondo grigio che andrebbe valutato uno 0,1 in più di crescita dell'Italia in alcuni mesi. C'è da rimboccarsi le maniche. Negli ultimi 30 anni c'è stato un vuoto di crescita".
"Abbiamo l'ombra, anzi più di un'ombra di una crisi industriale e di una crisi distributiva che ha molto a che fare con una genuflessione dello Stato all'evasione. E' un paese che merita tutto il nostro amore, un po' di esame di coscienza e un grande rimboccarsi le maniche".
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - “La caduta di Assad è un elemento di fondamentale importanza per la Siria e per tutto il Medio Oriente. La fine del regime siriano segna un forte ridimensionamento della Russia e in Africa in conseguenza delle serie difficoltà logistiche che si creano con il porto di Tartus e la base di Khmeimim, e delle capacità di influenza politica e di credibilità del regime iraniano". Lo dichiara al Tgcom24 Giulio Terzi, senatore di Fratelli d'Italia.
"È significativo che tale cambiamento sia stato direttamente originato dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, in gran parte orchestrato dall’Iran e dai suoi tentatoli in Medio Oriente. Infatti, se non ci fosse stata la reazione israeliana al massacro compiuto da Hamas, con il necessario beneplacito iraniano, il conflitto non avrebbe investito e in gran parte neutralizzato le capacità offensive dell’Iran e dei suoi proxies attraverso i quali da anni si articola l’aggressione iraniana contro Israele. Dopo Hamas e Hezbollah vediamo infatti, proprio in queste ore, come Israele stia attaccando gli Houthi per contrastare anche in Yemen l’offensiva iraniana".
"In questo senso, la tregua proposta a Gaza, con l’evidente indebolimento dell’Iran, sembra più vicina nella misura in cui Hamas, come Hezbollah in Libano, non può essere più sostenuta come in precedenza da Teheran. Il quadro mediorientale è profondamente mutato, con tensioni che sembrano gradualmente allentarsi. Una Siria senza Assad, sia pure con le incognite che derivano da un quadro in rapido mutamento ed una molteplicità di forze in campo, rappresenta un potenziale elemento di stabilità al quale possono contribuire i principali Paesi europei e, sia pure con le sue ambiguità, la stessa Turchia, Paese membro dell’alleanza atlantica. L’atroce attacco del 7 ottobre si è da tempo trasformato in un boomerang su ampia scala per chi l’ha perpetrato e per quanti l’hanno attuato e sostenuto".
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Questa è la manovra economica dello Sceriffo di Nottingham. Portano l’età pensionabile nel pubblico impiego a 70 anni. Tagliano i servizi sociali, la scuola, la sanità, il trasporto pubblico ma riescono a trovare 15 miliardi di euro per realizzare il ponte sullo stretto di Messina e trovare altri miliardi di euro per aumentare le spese in armamenti. Una manovra iniqua dal punto di vista sociale e ambientale”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce nazionale di Europa Verde.
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Aprire un varco per la speranza nei luoghi di reclusione, che non devono essere buchi neri delle nostre società, ma, come prevede la Costituzione, spazi di autentica rieducazione. Una Porta Santa che apre i nostri sguardi, che ci fa vedere dove troppo spesso non vogliamo vedere". Lo dichiara Anna Ascani del Pd.
"Quest’anno 88 detenuti si sono tolti la vita in carcere. E a loro si aggiungono 7 appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Persone costrette a subire la drammatica realtà di un sovraffollamento inaccettabile, quasi al 133%. Il governo italiano, a cominciare dal ministro Nordio, ieri in prima fila a Rebibbia, smetta di produrre decreti propaganda e si impegni a investire per tutelare la dignità umana nelle carceri e costruire reali percorsi di reinserimento sociale".
Roma, 27 dic. (Adnkronos) - "Come giustamente hanno fatto rilevare le colleghe Paita e Musolino, le dimissioni del relatore alla legge di bilancio rappresentano un fatto straordinario, che denota lo stato delle relazioni tra governo e parlamento e le tensioni nella maggioranza. Certo, se fossero state date prima, saremmo stati in presenza di un fatto politico di primo livello. In ogni caso, il significato attribuito a questo gesto di evitare la mortificazione del Parlamento per il futuro e’ un dato da sottolineare, e da classificare come gesto coraggioso visti gli standard di questi anni a destra, che impone al governo una pronuncia chiara e un impegno formale per il prossimo anno". Lo dice il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato in una nota.