I truffatori avevano puntato, tra gli altri, l’ex presidente e ad di Anas, Pietro Ciucci, l’ex numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, l’ex manager con un passato in Telecom e Autostrade, Vito Gamberale e l'ex amministratore delegato del Gruppo Poste Italiane e attuale vicepresidente Sia, Massimo Sarmi
I carabinieri l’hanno ribattezzata Robin Hood. Un nome in codice azzeccato, visto che a finire agli arresti – alla fine delle indagini sulla procura di Roma – è un gruppo criminale particolare: aveva preso di mira nomi noti di ex top manager e sindacalisti. I truffatori avevano puntato, tra gli altri, l’ex presidente e ad di Anas, Pietro Ciucci, l’ex numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, l’ex manager con un passato in Telecom e Autostrade, Vito Gamberale e l’ex amministratore delegato del Gruppo Poste Italiane e attuale vicepresidente Sia, Massimo Sarmi.
Il gruppo criminale, che poteva contare sulla complicità di un dipendente dell’Inps (ora deceduto), è riuscito a carpire i dati sensibili delle vittime e, in almeno un caso, ad appropriasi anche della “pensione d’oro” di uno di essi. L’indagine è, infatti, scattata dopo la denuncia di Gamberale che nel febbraio del 2018 non si è trovato accreditato la pensione mensile di 24mila euro che era, invece, stata dirottata su un conto estero dagli arrestati. A capo del gruppo c’era Luigi Pisano, già in passato coinvolto in vicende di truffa. Gli indagati, come ha accertato dal pm Antonio Clemente, riuscivano ad ottenere prestiti, cessioni del quinto, finanziamenti attraverso l’appropriazione fraudolenta della documentazione Inps. Del gruppo fa parte anche un dipendente del comune di Roma in servizio alla sede di via Prenestina.
Surreali le intercettazioni dell’operazione. “Bonanni? Non vale manco la pena, prende pochissimo, 4mila euro“. è uno dei dialoghi citati nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Mattioli. Il riferimento è per l’ex segretario generale della Cisl, che sarebbe comunque stato truffato: gli arrestati avrebbero ottenuto un prestito da 55mila euro a suo nome. Tra le carte presentate per ottenere il fido anche una carta di identità falsa con la foto di Bonanni presa online. Le indagini sono partite proprio dopo la denuncia dell’ex segretario della Cisl.
Secondo le accuse la mente del gruppo era Luigi Pisano, che a un “socio” spiegava come scegliere le nuove vittime: “Basta che guardi Internet, i pensionati più ricchi d’Italia, e ti escono fuori”. Dopo aver scelto la vittima della truffa, entravano in azione gli altri membri della banda tra cui un dipendente Inps (deceduto da poco) e un dipendente dell’VIII Municipio del Comune di Roma, che grazie ad accessi informatici ottenevano dati e creavano false carte d’identità; e codici fiscali.
Aggiornato da Redazione alle 10,30 del 16 ottobre 2019