Il superbonus “della Befana” per premiare chi utilizza la moneta elettronica invece del contante scatterà a partire dal 2021 e costerà 3 miliardi alle casse dallo Stato. Una cifra importante che ha reso inevitabile lo slittamento, perché per il 2020 la coperta delle entrate con cui finanziare la legge di Bilancio è corta. I proventi dalla lotta all’evasione fiscale non raggiungeranno infatti i 7,2 miliardi annunciati a fine settembre nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Stando al Documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles nella notte, l’incasso previsto dal governo grazie alle misure che saranno dettagliate nel decreto fiscale approvato “salvo intese” si ferma a 3,2 miliardi. Che salgono a 8 considerando il biennio 2020-2021. Altri 4,3 miliardi arriveranno, in compenso, da un pacchetto di ulteriori misure fiscali tra cui un intervento per “limitare gli abusi“ della flat tax.
La flat tax non si allarga e arrivano nuovi paletti – La manovra abolirà il previsto ampliamento della tassa piatta al 15% per professionisti e partite Iva con redditi compresi tra 65.000 e 100mila euro, misura che doveva scattare dal prossimo anno in base alla legge di Bilancio 2019 targata Lega-5 Stelle. Per evitare abusi saranno poi rivisti i parametri del regime dei minimi, a cui finora potevano accedere tutti i professionisti under 35: chi spende più di 20mila euro per personale o beni strumentali e chi guadagna oltre 30mila euro non potrà optare per la tassazione agevolata. Inoltre verrà introdotto il regime analitico di determinazione del reddito: significa che per calcolare il reddito tassabile questi contribuenti dovranno tener traccia di ricavi e costi – che non verranno più presunti in base a una percentuale forfettaria – e conservare le relative pezze d’appoggio.
1,6 miliardi da blocco della deducibilità dell’avviamento e 550 milioni dalle tasse sui giochi – Entrate ulteriori deriveranno dal “blocco” per il periodo d’imposta 2019 della deducibilità delle poste di avviamento pregresse, che colpirà le banche, e dagli aumenti delle tasse sui giochi, a cui saranno applicate cinque diverse aliquote anziché quella unica del 12% oggi in vigore. E’ previsto un prelievo del 15% sulle vincite tra 500 euro e 1.000 euro, del 18% tra 1.000 euro e 10mila euro, del 21% tra 10mila e 50mila euro, del 23% per vincite tra 50.000 euro e 10 milioni e del 25% per vincite oltre i 10 milioni. Dalle due misure sono attese rispettivamente entrate per 1,6 miliardi e 550 milioni. A queste cifre vanno sommati i 3 miliardi legati al rinvio al 2020 (dal novembre 2019) del pagamento delle imposte sulle dichiarazioni delle partite Iva che hanno chiesto la rateizzazione. Un artificio contabile reso possibile dal fatto che il gettito versato al 30 settembre è risultato, a consuntivo, più alto di quanto previsto nella Nota di aggiornamento al Def.