Il testo è passato con 354 voti a favore e appena 60 contrari. In un successivo incontro alla Casa Bianca, raccontano alcuni presenti, Trump ha insultato la speaker Democratica, Nancy Pelosi, definendola una "politica di terz'ordine"
La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, con una maggioranza schiacciante dovuta anche all’appoggio di oltre due terzi dei rappresentanti Repubblicani, ha votato a favore della risoluzione che condanna la decisione di Donald Trump di ritirare le truppe dalla Siria, spianando di fatto la strada all’offensiva turca contro i curdi. Dalla parte del ‘sì’ si sono schierati 354 deputati contro appena 60. La risoluzione, che non è tuttavia vincolante, non solo condanna il ritiro delle truppe americane ma afferma che la Turchia deve cessare il fuoco e che la Casa Bianca deve presentare un piano per una “sconfitta durevole” di Isis.
Pur non apportando modifiche dal punto di vista operativo, è la prima volta che il Grand Old Party si compatta con numeri così netti contro una decisione del presidente degli Stati Uniti, aumentando le preoccupazioni dell’amministrazione soprattutto riguardo alle possibili conseguenze che questo precedente può provocare sull’indagine per impeachment collegata al Kievgate e su un eventuale voto del Congresso.
A convincere i Repubblicani ad appoggiare la risoluzione contro il tycoon, secondo le dichiarazioni post voto, sono stati sia il “tradimento” nei confronti del popolo curdo, alleato fondamentale per la lotta allo Stato Islamico in Siria, oltre al pericolo di un riemergere di Daesh in quei territori, soprattutto dopo che il comandante delle Syrian Democratic Forces, Mazlum Kobane, ha annunciato lo stop alle attività per il contrasto a Isis da parte delle milizie a maggioranza curda.
Poco dopo la votazione, la presidente della Camera, la Democratica Nancy Pelosi, ha twittato che la Casa Bianca ha annullato un briefing di giovedì per i legislatori sulla Siria, “negando al Congresso il diritto di essere informato mentre l’amministrazione prende decisioni sulla sicurezza nazionale”. Parole che, secondo quanto riferito da alcuni dei presenti a un incontro sulla Siria con i leader del Congresso, alla Casa Bianca, non sono piaciute al presidente che ha insultato Pelosi definendola una “politica di terz’ordine”.