Il presidente del Consiglio ha visto i rappresentanti dei partiti e ha illustrato come intende procedere sulle misure del decreto Fisco. Al termine ha lasciato trapelare ottimismo, ma è stato smentito dai renziani. Lo stesso Di Maio ha convocato un vertice con i ministri 5 stelle per la mattina del 18 ottobre: "Basta tentennamenti", ha detto ai suoi
Tensioni nel governo sulle misure del decreto Fisco per combattere l’evasione fiscale. In mattinata il premier Giuseppe Conte ha partecipato a un incontro di maggioranza sui reati fiscali e, al termine, fonti di Palazzo Chigi hanno parlato di clima positivo e di una prima intesa: “Carcere per i ‘grandi evasori’, confisca per sproporzione e inasprimento delle pene”, hanno fatto sapere, “si è raggiunta un’intesa di massima sull’impianto del pacchetto giustizia che farà parte del decreto fiscale in prima istanza o in fase di conversione. Ora si tratta solo di limare i dettagli“. Un passo avanti non condiviso però da tutti, tanto che Italia viva ha replicato ufficiosamente dicendo che l’accordo rivendicato ancora non c’è. “Non è questo il modo per combattere l’evasione”, hanno dichiarato fonti interne, “il miglior modo è non fare più condoni edilizi e fiscali, a differenza di quanto ha fatto il precedente governo. Il carcere già esiste e comunque non si può intervenire in materia penale con decreto. Il Consiglio dei ministri discuta di una legge ad hoc“. Un concetto che ha ripetuto la stessa Maria Elena Boschi a “Stasera Italia”: “Di solito una riforma così non si fa con un decreto legge, ma con un approfondimento in Parlamento. In più abbiamo detto: discutiamone. Siamo favorevoli a rivedere le pene ma senza esagerazioni che sono solo demagogiche”. E ha aggiunto: “Siamo sicuri che sia il metodo migliore per colpire evasione?”.
In realtà i problemi per il premier non si fermano ai rapporti con i renziani. Anche il ministro Luigi Di Maio non ha nascosto malumori su alcuni punti e ha convocato un vertice con i ministri per domani mattina. “Il ministro Di Maio”, hanno detto fonti interne, “vuole fare un punto su temi per noi prioritari e irrinunciabili, come il carcere ai grandi evasori e la confisca, visto che vediamo dei tentennamenti”.
All’incontro della mattina, oltre a Conte, hanno preso parte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5s) e i rappresentanti dei partiti: Pietro Grasso (Leu), Michele Bordo (Pd), Maria Cecilia Guerra (Leu), Giuseppe Cucca (Iv). L’incontro, durato circa due ore, avrebbe definito il metodo da seguire per l’inasprimento del carcere agli evasori, un intervento che il M5s chiede con forza di inserire nel decreto fiscale. Per il momento, come deciso martedì notte in Consiglio dei ministri, si inserisce nel decreto una prima norma, che riguarda un solo reato, la dichiarazione fraudolenta. La disciplina complessiva è invece rinviata al Parlamento, che interverrà con un emendamento, anche per non modificare il codice penale con decreto. Quanto al merito, si è avviata la discussione con l’intesa di proseguire il confronto lunedì. Si discute sia della ipotesi di abbassare le soglie di punibilità e innalzare le pene, sia delle sanzioni accessorie come la confisca e della possibilità di godere di sconti di pena se si restituisce quanto evaso.