Le indagini dei Ris di Parma si concentreranno su 50 "cavie" per comprendere le cause di picchi di testosterone e grandi differenze di densità del Dna. Al vaglio anche le email scambiate nel 2017 tra la Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) e l'Agenzia mondiale antidoping (Wada), recuperate dagli hacker russi, nelle quali era stata scritta la parola "complotto" e le iniziali dell'ex campione
Si allungano i tempi sul caso Alex Schwazer. Dopo la consegna della perizia dei carabinieri del Ris, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha disposto un ulteriore supplemento di analisi presso la Corte d’Appello di Colonia, nel procedimento penale contro il marciatore altoatesino, accettando la richiesta della difesa che sostiene l’ipotesi di complotto sull’anomala concentrazione del Dna trovato nel campione di urine.
“L’ipotesi della manipolazione – precisa il giudice Pelino nell’ordinanza – rimane in campo ed è l’unica suffragata da elementi indiziari, resa possibile dai gravi vizi già accertati dalla catena di custodia e concretamente attuabile senza particolari difficoltà”. E poi aggiunge: “Sussiste un ragionevole dubbio sulla colpevolezza dell’indagato” e, se il caso si dovesse chiudere prima di altri accertamenti, su tutta la vicenda rimarrebbero “profonde ombre”. Non solo sul caso specifico: il gip ritiene “evidente il fatto che qui vi è in gioco molto più che la responsabilità penale dell’indagato” e che “ne va della stessa credibilità dell’intero sistema dei controlli antidoping”.
La decisione potrebbe, insomma, ribaltare i ruoli tra indagato e parte lesa. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le email tra la Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) e l’Agenzia mondiale antidoping (Wada), recuperate dagli hacker russi, che potrebbero giudicare “plausibile anche se tutto da verificare” il movente di una possibile manipolazione delle urine per “punire” l’atleta e il suo allenatore, Sandro Donati.
Nel dettaglio, resta da chiarire se nel 2017, quando era stata resa nota l’esistenza di messaggi tra il legale della Iaaf, Ross Wenzel, il direttore del laboratorio di analisi di Colonia, Hans Geyer, ed il capo dell’antidoping della Iaaf, Thomas Capdevielle erano scattate le indagini dell’autorità giudiziaria: nei messaggi erano state scritte la parola “complotto” e “A.S.”, che sono anche le iniziali dell’ex campione di marcia.
Gli ulteriori accertamenti saranno affidati al comandante del Ris di Parma, Giampietro Lago, che dovrà anche cercare di spiegare i picchi di testosterone e la grande differenza di densità del Dna in due aliquote dello stesso campione non spiegabile con gli studi scientifici a disposizione. Per questo, il giudice per le indagini preliminari ha chiesto alla Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera, di trovare 50 marciatori o sportivi che praticano discipline di resistenze ad alto livello come Schwazer disponibili a un prelievo di urine. Le nuove analisi richiederanno mesi e, ammesso che i ruoli non si ribaltino, le accuse allo sportivo si avviano almeno verso la prescrizione.