L'87% dei veicoli noleggiati dalle aziende ha ancora motori a gasolio, nonostante i gestori delle flotte credano sempre di più alle alternative verdi di ibride (meglio le full hybrid che le plug-in) ed elettriche. Rimangono però le solite criticità: infrastrutture carenti e autonomia non adeguata
Le auto green sembrano avere sempre più appeal e l’idea di una svolta elettrica, almeno per le aziende, comincia a diventare più concreta. Questo è quanto emerge dallo studio “Mobilità alla spina 2019: l’auto elettrica e ibrida nelle flotte aziendali” di Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità delle grandi compagnie, che ha preso in esame un campione di 100 aziende (si parla di 85 mila veicoli in tutto) appartenenti a settori diversi.
Il sentimento di fiducia verso l’utilizzo di auto ibride ed elettriche è in crescita, tanto che se nel 2016 – anno del primo sondaggio condotto dall’Osservatorio – appena il 10% dei gestori delle flotte era propenso all’acquisto di tali veicoli, nel 2018 la percentuale si è alzata di oltre dieci punti, con il 22% che pensa ad un incremento delle flotte entro i prossimi 12 mesi.
Per quanto riguarda la tipologia delle elettrificate, le auto più scelte sono le ibride che dallo 0,7% del 2016 oggi sono arrivate a rappresentare il 5,5% del totale delle flotte: anche le EV sono in crescita, da 0,5% a quasi 2%, mentre alle Phev (ibride plug-in) sono preferite le full-hybrid, che per riprendere autonomia in elettrico non hanno bisogno di essere collegate ad un qualsiasi punto di ricarica, ma si servono semplicemente della frenata rigenerativa e della decelerazione.
In sostanza, l’interesse verso le auto “pulite” sale, ma i problemi evidenziati restano ancora gli stessi. Secondo gli intervistati, infatti, ciò che scoraggia ad acquistare elettriche ed elettrificate sarebbero soprattutto le poche infrastrutture di ricarica presenti sul territorio nazionale e una tecnologia che non sempre permette grandi autonomie di chilometri percorribili a zero emissioni.
Di conseguenza, il quadro proposto dallo studio rispecchia un andazzo piuttosto generalizzato che riguarda tanto le scelte dei privati quanto quelle delle aziende: oltre l’87% dei veicoli delle flotte hanno ancora motori diesel, pure se con numeri decrescenti rispetto a qualche anno fa, mentre continuano a salire le motorizzazioni a benzina, ora al 4,2%: male, invece, per Gpl e metano.
E se le problematiche relative all’acquisto di auto con motorizzazioni alternative sono ancora sentite – le carenze di infrastrutture di ricarica sono indicate dal 27% che non è convinto delle Phev e dal 38% che non lo è delle EV – allo stesso tempo si comincia a prendere consapevolezza dei vantaggi che queste portano: la riduzione delle emissioni (per il 78% degli intervistati), quindi la responsabilità sociale d’impresa (per il 69%) e infine le agevolazioni per parcheggi e Ztl.