L’ex deputato dell’Udc Angelo Cera e il figlio Napoleone, consigliere regionale pugliese dei Popolari, sono finiti ai domiciliari con l’accusa di tentata concussione in un filone di un’inchiesta del pm della procura di Foggia Antonio Laronga e Marco Gambardella che coinvolge anche l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, e il governatore Michele Emiliano, indagato per corruzione.

Sono tre gli episodi contestati ai due politici dell’Unione di Centro, sospesi dal partito dopo gli arresti: il primo riguarda un tentativo di concussione, secondo gli investigatori della Guardia di finanza, ai danni di alcuni dirigenti del Consorzio di Bonifica per la Capitanata finalizzati all’assunzione di alcune persone. Il secondo è un episodio di corruzione finalizzata a sospendere l’affidamento alla Sanitaservice della gestione del Centro unico prenotazioni. Infine il terzo sarebbe un episodio di corruzione per favorire la nomina, quale commissario dell’Asp, di una persona indicata dai due Cera. In cambio padre e figlio avrebbero appoggiato Francesco Miglio, candidato sindaco a San Severo , caldeggiato da Emiliano e poi stato eletto.

Per raggiungere il loro risultato mostravano – scrive il giudice – un’indole “spregiudicata” declinata “nel senso di onnipotenza, assenza di scrupoli, ostinata e livorosa programmazione criminosa”. Il loro “manifesto criminoso” è descritto nelle 13 pagine del provvedimento restrittivo. Si passa dall’emendamento soppressivo dei Consorzi di Bonifica (utilizzato come ricatto) presentato e subito ritirato in Consiglio regionale da Napoleone Cera, alle continue minacce fatte anche ad un funerale da Angelo Cera a Luigi Nardella, dirigente del Consorzio stesso. Il tutto per piegare i vertici del Consorzio e ottenere le assunzioni. Nonostante le minacce, i due politici non hanno mai ricevuto quello che chiedevano.

Sul modus operandi dei Cera, il pm Laronga ha spiegato che nel corso dell’inchiesta, svolta sia con intercettazioni ambientali e telefoniche che con analisi documentali, è emerso uno scenario “inquietante”. Oltre all’attività “ricattatoria”, spiega il pubblico ministero, i Cera svolgevano “un’attività clientelare spaventosa”. Quindi ha aggiunto: “Basti pensare che nell’ufficio dei Cera a San Marco in Lamis si prende il biglietto, come quando si va in salumeria, per chiedere favori, piaceri e assunzioni di ogni genere. Siamo di fronte non a un’attività di politica basata su idee, ma solo clientelare”.

Napoleone Cera è indagato insieme al governatore Emiliano e l’assessore regionale Ruggeri nel filone legato alla nomina del commissario dell’Azienda per i Servizi alla Persona “Castriota e Corropoli” di Chieuti, in provincia di Foggia. Mercoledì, il presidente della Regione Puglia aveva annunciato la sua iscrizione nel registro degli indagati spiegando di non aver accolto “tale indicazione formulatami sin dal febbraio 2019, tanto che nessuna nomina è stata effettuata sino ad oggi”. Anche per questa vicenda il pm aveva chiesto l’arresto per i due Cera, ma il gip Armando Dello Iacovo ha ritenuto che non ci fossero gli estremi per emettere le misure cautelari non essendoci l’evidenza di un “collegamento tra l’appoggio elettorale e la nomina del commissario dell’Asp”. Una formula che sembra definire la posizione di Emiliano in senso favorevole al governatore.

Mercoledì Emiliano aveva spiegato sui social che la segnalazione incriminata non è andata a buon fine perché la persona indicata è stata ritenuta “non pienamente soddisfacente alla luce delle mie prerogative discrezionali”. Da qui la conclusione del presidente regionale: “Rispondo dunque per una nomina mai effettuata per non avere mai accolto le indicazioni di coloro che la peroravano“. Il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, nel corso di una conferenza stampa, ha affermato che “se il presidente della Regione Puglia vorrà recarsi qui a rendere dichiarazioni spontanee che chiariscono la sua posizione troverà la porta della procura aperta. Nel frattempo stiamo valutando se interrogarlo o meno”.

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