Il senatore Gianluca Perilli è stato eletto capogruppo M5s al Senato: nella votazione del 16 ottobre ha battuto per soli 3 voti (47 contro 44) l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Mentre alla Camera i deputati 5 stelle ancora non riescono a trovare un accordo, a Palazzo Madama la situazione si è sbloccata ed è stato scelto il successore di Stefano Patuanelli, ora ministro dello Sviluppo economico. I parlamentari grillini hanno infatti chiesto e ottenuto di modificare lo statuto e poter così scegliere la guida in Parlamento (che altrimenti sarebbe stata nominata dal capo politico Luigi Di Maio). Perilli, ex consigliere regionale del Lazio, era già vicepresidente vicario e ha partecipato ai tavoli di trattativa per far partire il governo Pd-M5s: la sua elezione viene per questo considerata meno di rottura rispetto all’eventuale scelta di Danilo Toninelli che è invece uno degli esclusi dal nuovo esecutivo. Nel gruppo dei senatori non mancano le tensioni e al capogruppo spetterà cercare di mediare tra le varie anime: a fine settembre 70 senatori M5s avevano sottoscritto un documento per chiedere di aprire un dibattito sulle regole interne e migliorare la collegialità delle decisioni.

Dopo il risultato Perilli ha pubblicato un post su Facebook per ringraziare chi lo ha sostenuto, ma soprattutto smentire strappi o tensioni con l’ex ministro. “Vorrei ringraziarvi per tutti i messaggi di affetto che sto ricevendo in queste ore”, si legge. “Un ringraziamento speciale va anche a Danilo Toninelli, una persona leale, un collega al quale voglio bene e per il quale nutro una sincera stima. Io e Danilo non siamo mai stati avversari, anzi ci siamo sostenuti a vicenda per presentare della squadre di altissimo valore”.

La partita rimane invece aperta alla Camera, dove il regolamento è differente e non è previsto il ballottaggio nemmeno dopo due votazioni. Ieri 16 ottobre i deputati hanno votato nuovamente, ma non sono arrivati a una scelta condivisa. Nella votazione per il successore di Francesco D’Uva, passato al ruolo di questore di Montecitorio al posto del neo ministro Federico D’Incà, Francesco Silvestri si è fermato a 86 preferenze ricevute dai suoi colleghi, mentre al secondo posto si è classificato Raffaele Trano con 72 preferenze. Le schede bianche sono state 19, mentre le nulle 24. Secondo alcune ricostruzioni, ci sono malumori tra i sostenitori di Silvestri che stanno dando il tempo al competitor di risalire nei consensi tra i deputati 5 stelle. E Trano, viene fatto notare, data la sua anima più movimentista, potrebbe “infastidire” di più Di Maio. Differente sarebbe invece se alla fine la spuntasse Silvestri, più “diplomatico” e capace di riunire “più anime”. Tra chi si è nascosto dietro le schede bianche o nulle, poi, secondo alcuni rumors ci sarebbero poi i parlamentari che “aspettano la prima occasione utile per lasciare il gruppo”. A inizio settimana si era ritirata dalla corsa la deputata pugliese Anna Macina.

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