Il ministro dell'Economia: "Discussione fisiologica in un governo di coalizione". I nuovi balzelli? "Interventi decisamente limitati sia nel numero sia nell'importo, e quasi sempre l' aumento fiscale è accompagnato da forme di incentivi". Poi annuncia che il rinvio della scadenza fiscale di novembre per le partite Iva, annunciato lunedì, è stato modificato in extremis: "Ora ridurremo del 10% gli acconti che si pagano nel 2019, rimodulando il saldo dell' anno prossimo". Sui pagamenti elettronici "ragionare con gli operatori sulla riduzione delle commissioni"
Accanto alla plastic tax ci sarà anche una sugar tax, ma “limitata alle bevande” e non anche sulle merendine come aveva prospettato il titolare dell’istruzione Lorenzo Fioramonti. E le nuove tasse sono in ogni caso “interventi limitati sia nel numero sia nell’importo”, oltre al fatto che “quasi sempre l’aumento fiscale è accompagnato da forme di incentivi in una logica di transizione verso la sostenibilità. Sui buoni pasto, per esempio, si riducono le agevolazioni per quelli cartacei, ma si aumentano per quelli elettronici“. Quanto all’aumento dal 10 al 12,5% della cedolare secca per gli affitti a canone calmierato, “l’aliquota era temporanea ed era destinata a risalire al 15%. A ben vedere quindi si tratta di una riduzione e non di un aumento di tasse”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, intervistato dal Sole 24 Ore a poche ore dal varo del Documento programmatico di bilancio e del via libera “salvo intese” a manovra e decreto fiscale, difende le scelte del governo da chi nota come siano stati introdotti molti nuovi balzelli. Come Confedilizia, che con il presidente Giorgio Spaziani Testa lamenta: “Il ministro dell’economia difende la decisione del Governo di aumentare le tasse sugli affitti a canoni calmierati, osteggiata anche dai sindacati degli inquilini. Una misura, in vigore da 6 anni, di valenza sociale e che ha annientato l’evasione”.
Per Gualtieri comunque la riduzione della pressione fiscale viene “avviata già quest’anno” e l’intenzione è di portarla avanti in futuro grazie a “tre motori: rilancio della crescita, riduzione del costo degli interessi che è il capitolo più inefficiente della spesa pubblica, e affrontando il grande tema dell’evasione fiscale che ha cifre insostenibili per un Paese moderno”. “La discussione è fisiologica in un governo di coalizione”, sostiene il ministro commentando il lunghissimo cdm di martedì notte. Ma “abbiamo approvato tutto all’unanimità, rispettando le scadenze, e siamo riusciti a trovare una sintesi che dà alla manovra un profilo molto chiaro a sostegno della crescita”. E “su flat tax, lotta all’evasione, cuneo fiscale e clausole Iva abbiamo introdotto una discontinuità netta”.
Alla domanda sul perché non sia stata scelta la strada della rimodulazione dell’Iva per avere più spazi fiscali per altri interventi lui che a quell’intervento è sempre stato favorevole risponde che in effetti “ridefinire un equilibrio fra le varie imposte anche attraverso una rimodulazione delle aliquote Iva è un’opzione che ha molti elementi di forza. Ma sappiamo anche che può essere rischioso avventurarsi in modo affrettato in riforme del regime fiscale. Il governo è nato ai primi di settembre, abbiamo esplorato possibili rimodulazioni collegate agli incentivi ai pagamenti tracciabili, ma abbiamo concluso che è meglio mettere in campo una riforma fiscale più organica, anche per evitare interventi frettolosi che poi rischiano di dover essere corretti creando incertezza fra gli operatori”.
Frettoloso in compenso è stato indubbiamente l’intervento sulle scadenze fiscali per le partite Iva: il rinvio a marzo della rata di pagamento di novembre, annunciato lunedì, è stato modificato in extremis, annuncia lo stesso Gualtieri nell’intervista: “Ora ridurremo del 10% gli acconti che si pagano nel 2019, rimodulando il saldo dell’anno prossimo. Questa misura riguarda entrate per 1,5 miliardi, mentre gli altri 1,5 miliardi sono strutturali e dipendono ap- punto dagli effetti di compliance che hanno fatto crescere anche gli incassi di quest’anno”. Un “colpo di scena”, commenta Il Sole, legato al fatto che la proroga a metà marzo “presentava criticità sia sul fronte europeo sia su quello interno”.
Sempre per recuperare risorse si agirà sulle detrazioni e deduzioni, ma “in misura molto graduale e limitata ai redditi molto alti. “In tutto, il capitolo dedicato alla rimodulazione delle tax expenditures e alle tasse ambientali vale nel Dpb 943 milioni di euro, quindi è stato ulteriormente alleggerito rispetto alle previsioni della Nadef. È ovvio che una manovra ha bisogno di coperture, e che il lavoro non è stato semplice, ma obiettivamente questa componente fiscale è modesta ed è inferiore ai timori di molti”.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione, un ruolo chiave è affidato alla stretta sulle compensazioni ma “abbiamo deciso di accantonare l’ipotesi più invasiva, che interveniva direttamente sui 730. L’ altra misura, che vale un miliardo e chiede di utilizzare il credito d’imposta solo dopo averlo indicato in dichiarazione, affronta oggettivamente un problema reale, quello di un livello di abusi insostenibile che emerge chiaramente dai dati”. Sugli incentivi alla moneta elettronica, “abbiamo condiviso con il presidente Conte la scelta di investire a fondo su un grande piano per i pagamenti digitali. Il piano sarà composto da una serie organica di misure, tra cui anche un rafforzamento della lotteria degli scontrini con un aumento significativo dei premi dal primo gennaio. Da metà anno è poi prevista la partenza del superbonus, cioè del rimborso di una parte delle spese effettuate con pagamenti tracciabili nei settori dove oggi è più diffuso l’ utilizzo del contante. Il meccanismo è pensato per premiare progressivamente l’incremento e la diffusione degli strumenti digitali di pagamento. Poi vogliamo introdurre incentivi per spingere l’acquisizione del Pos da parte degli esercenti e ragionare con gli operatori sulla riduzione delle commissioni“.