Non ha alcun account social. È stato l’ultimo sportivo a vedere le donne in un palazzetto dello sport a Teheran. Ha plasmato la ‘generazione di fenomeni‘. A maggio ha annunciato l’addio alla panchina, dopo 44 anni di attività e 14 medaglie d’oro conquistate in varie competizioni. Eppure Julio Velasco è “oltre” tutto questo. Rappresenta la pallavolo a livello mondiale, è considerato e riconosciuto come un “maestro” di sport, ha fatto anche il dirigente di calcio – della Lazio prima e dell’Inter poi – così come il ‘mental coach’ per le aziende. In Iran è l’uomo che ha portato la Nazionale persiana a vincere nel 2011 il Campionato asiatico per la prima volta nella storia, ripetendosi nel 2013 a Dubai. In Italia ha vinto con la nazionale maschile, ha allenato quella femminile. Ora il “prof” ha deciso di “smettere per disporre del suo tempo” e dedicarsi, come dirigente, alle squadre giovanili della Federazione italiana pallavolo (Fipav).
Persino dirigenti di calcio usciti dal corso di Coverciano che l’hanno avuta come docente dicono che lei è un fenomeno.
È solo un modo di dire tipico del gergo calcistico. So che è molto apprezzato il fatto che concettualizzo in modo semplice. Spiego in modo comprensibile e questo a livello didattico è una buona cosa.
Ha cambiato vita usando la formula ‘prima del declino’. In cosa identifica il declino un uomo come lei?
Il declino nello sport viene determinato dalle possibilità di lavoro. Ho usato quella frase all’interno di un contesto più ampio, era quindi più una constatazione piuttosto che il motivo della mia decisione. Ho scelto di smettere per disporre del mio tempo. Un allenatore per 8 mesi non respira. Io voglio fare il padre, il nonno e l’amico.
Che significato ha per lei il termine leader è?
Per me leader è più maestro che capo. Un leader deve pensare molto agli altri, deve sapere dove vuole andare e come arrivarci. La parola leader viene troppo spesso confusa con la parola capo. Il capo è un’altra cosa. Ci sono capi che non sono leader. Ci sono giocatori che sono leader straordinari in campo, altri nel tempo libero come trascinatori dei compagni. Un leader può essere colui che va a parlare con il presidente per conto di tutti. Atleti che in campo sono campioni possono non essere leader.
Nella politica italiana riconosce dei leader?
Non mi interessa parlare di politica. Trovo però pericoloso ciò che sta accadendo oggi nella politica, non solo italiana. Spiego: l’essenza della democrazia non è solamente rappresentare il popolo. È anche la convivenza con chi la pensa in modo diverso, all’interno di meccanismi democratici che si possono anche perfezionare. Culturalmente si sta vivendo un periodo in cui la questione non è mettiamoci d’accordo per fare il meglio, ma piuttosto “io ho ragione”. In politica oggi si ragiona troppo secondo il concetto “mi piace”.
A proposito di “mi piace”, lei non ha una pagina web e nessun account social.
Una pagina web in effetti dovrei farla perché mi cercano nei modi più rocamboleschi, ma faccio fatica a immaginare una mia pagina web perché di solito sono tutte autocelebrative e a me non piacciono le autocelebrazioni. Non sono sui social perché non mi voglio intossicare, né a favore né contro.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che ha ottenuto da se stesso e dagli sportivi che ha allenato?
Ho sempre detto che un allenatore deve curare quella che chiamo retroguardia, intendendo famiglia e amicizie. Esserci riuscito per me è una soddisfazione grande quanto quella di vivere di una cosa che mi piace molto. Lavorare facendo ciò che amo è un privilegio. Le soddisfazioni rispetto ai giocatori, oltre alle vittorie naturalmente, sono state tutte quelle fasi di miglioramento, di evoluzione che percepivo e vedevo. Lo stesso vale per i miei collaboratori.
Come è stato fare sport a Teheran, dove gli stadi di calcio sono tornati accessibili alle donne qualche giorno fa, dopo 40 anni di divieto.
Le donne allora non potevano entrare negli stadi di calcio mentre potevano seguire la pallavolo e infatti le tribune erano sempre gremite. Però fui l’ultimo allenatore a vedere un pubblico di donne anche per la pallavolo. Giocammo il venerdì contro il Giappone, fu una grande partita che vincemmo e fu un orgoglio per l’Iran. Il sabato non accadde nulla, la domenica un ayatollah stabilì l’allontanamento delle donne anche dai palazzetti. Dedicammo la vittoria a tutte le donne iraniane.
Durante una lezione come mental coach aziendale, tra le altre cose, ha sostenuto che il pianto di una donna ha lo stesso significato di un cazzotto sferrato da un uomo.
In entrambi i casi è una perdita di controllo. Un uomo che perde il controllo alza la voce, assume un atteggiamento fisico diverso e nelle peggiore delle ipotesi reagisce fisicamente. Una donna può reagire piangendo, ma in quel caso non è debolezza ma rabbia. In un contesto del genere chi guida quel gruppo dovrebbe chiedersi perché ha fatto perdere il controllo alla persona che ha davanti.
Come gestisce un gruppo di lavoro?
Credo molto nella gestione delle situazioni particolari tenendo conto delle differenze e delle sfumature che aiutano e valorizzano il concetto di equilibrio, il vero segreto di tutto. Se volessimo complicare le cose potremmo parlare di dialettiche opposte che nella realtà per me si traduce nello studiare a fondo e cercare di capire le diversità che compongono un gruppo.
Da allenatore?
Spiegando come intendevo lavorare e dicendo subito le cose che mi fanno arrabbiare.
Quali sono?
Che si parli male di un compagno – anche se ad alti livelli accedeva poco -, che si parli di quello che fanno gli altri (storico e il suo discorso sulla cultura dell’alibi, ndr), qualsiasi presunto “battesimo” di compagni più giovani, ma soprattutto la mancanza di volontà. Se una cosa non riesce, lavoriamo insieme per ottenerla ma se non hai voglia di fare, con me vai alla guerra.
Cosa sogna per la pallavolo italiana?
Stiamo lavorando sull’equilibrio tra il continuare a formare sempre più e nuove eccellenze, giocatori di “élite”, ma contemporaneamente uniformare il livello tecnico delle varie regioni d’Italia. Anche con progetti che puntino a trovare soluzioni strutturali per favorire la pratica della pallavolo dei giovani. Magari incrementando il numero dei maschi. Da noi le atlete restano la maggioranza.
e.reguitti@ilfattoquotidiano.it
Home Sport
Julio Velasco, riflessioni di un ‘ex’ allenatore: “Gestire un gruppo è capire le diversità. La parola leader troppo spesso confusa con capo”
Dopo 44 anni di attività e 14 medaglie d’oro, il tecnico che ha plasmato la 'generazione di fenomeni' e rappresenta la pallavolo a livello mondiale ha deciso di dire addio alla panchina. A ilfattoquotidiano.it racconta le motivazioni della sua scelta e i mantra del suo successo: "Non tollero le autocelebrazioni e la mancanza di volontà"
Non ha alcun account social. È stato l’ultimo sportivo a vedere le donne in un palazzetto dello sport a Teheran. Ha plasmato la ‘generazione di fenomeni‘. A maggio ha annunciato l’addio alla panchina, dopo 44 anni di attività e 14 medaglie d’oro conquistate in varie competizioni. Eppure Julio Velasco è “oltre” tutto questo. Rappresenta la pallavolo a livello mondiale, è considerato e riconosciuto come un “maestro” di sport, ha fatto anche il dirigente di calcio – della Lazio prima e dell’Inter poi – così come il ‘mental coach’ per le aziende. In Iran è l’uomo che ha portato la Nazionale persiana a vincere nel 2011 il Campionato asiatico per la prima volta nella storia, ripetendosi nel 2013 a Dubai. In Italia ha vinto con la nazionale maschile, ha allenato quella femminile. Ora il “prof” ha deciso di “smettere per disporre del suo tempo” e dedicarsi, come dirigente, alle squadre giovanili della Federazione italiana pallavolo (Fipav).
Persino dirigenti di calcio usciti dal corso di Coverciano che l’hanno avuta come docente dicono che lei è un fenomeno.
È solo un modo di dire tipico del gergo calcistico. So che è molto apprezzato il fatto che concettualizzo in modo semplice. Spiego in modo comprensibile e questo a livello didattico è una buona cosa.
Ha cambiato vita usando la formula ‘prima del declino’. In cosa identifica il declino un uomo come lei?
Il declino nello sport viene determinato dalle possibilità di lavoro. Ho usato quella frase all’interno di un contesto più ampio, era quindi più una constatazione piuttosto che il motivo della mia decisione. Ho scelto di smettere per disporre del mio tempo. Un allenatore per 8 mesi non respira. Io voglio fare il padre, il nonno e l’amico.
Che significato ha per lei il termine leader è?
Per me leader è più maestro che capo. Un leader deve pensare molto agli altri, deve sapere dove vuole andare e come arrivarci. La parola leader viene troppo spesso confusa con la parola capo. Il capo è un’altra cosa. Ci sono capi che non sono leader. Ci sono giocatori che sono leader straordinari in campo, altri nel tempo libero come trascinatori dei compagni. Un leader può essere colui che va a parlare con il presidente per conto di tutti. Atleti che in campo sono campioni possono non essere leader.
Nella politica italiana riconosce dei leader?
Non mi interessa parlare di politica. Trovo però pericoloso ciò che sta accadendo oggi nella politica, non solo italiana. Spiego: l’essenza della democrazia non è solamente rappresentare il popolo. È anche la convivenza con chi la pensa in modo diverso, all’interno di meccanismi democratici che si possono anche perfezionare. Culturalmente si sta vivendo un periodo in cui la questione non è mettiamoci d’accordo per fare il meglio, ma piuttosto “io ho ragione”. In politica oggi si ragiona troppo secondo il concetto “mi piace”.
A proposito di “mi piace”, lei non ha una pagina web e nessun account social.
Una pagina web in effetti dovrei farla perché mi cercano nei modi più rocamboleschi, ma faccio fatica a immaginare una mia pagina web perché di solito sono tutte autocelebrative e a me non piacciono le autocelebrazioni. Non sono sui social perché non mi voglio intossicare, né a favore né contro.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che ha ottenuto da se stesso e dagli sportivi che ha allenato?
Ho sempre detto che un allenatore deve curare quella che chiamo retroguardia, intendendo famiglia e amicizie. Esserci riuscito per me è una soddisfazione grande quanto quella di vivere di una cosa che mi piace molto. Lavorare facendo ciò che amo è un privilegio. Le soddisfazioni rispetto ai giocatori, oltre alle vittorie naturalmente, sono state tutte quelle fasi di miglioramento, di evoluzione che percepivo e vedevo. Lo stesso vale per i miei collaboratori.
Come è stato fare sport a Teheran, dove gli stadi di calcio sono tornati accessibili alle donne qualche giorno fa, dopo 40 anni di divieto.
Le donne allora non potevano entrare negli stadi di calcio mentre potevano seguire la pallavolo e infatti le tribune erano sempre gremite. Però fui l’ultimo allenatore a vedere un pubblico di donne anche per la pallavolo. Giocammo il venerdì contro il Giappone, fu una grande partita che vincemmo e fu un orgoglio per l’Iran. Il sabato non accadde nulla, la domenica un ayatollah stabilì l’allontanamento delle donne anche dai palazzetti. Dedicammo la vittoria a tutte le donne iraniane.
Durante una lezione come mental coach aziendale, tra le altre cose, ha sostenuto che il pianto di una donna ha lo stesso significato di un cazzotto sferrato da un uomo.
In entrambi i casi è una perdita di controllo. Un uomo che perde il controllo alza la voce, assume un atteggiamento fisico diverso e nelle peggiore delle ipotesi reagisce fisicamente. Una donna può reagire piangendo, ma in quel caso non è debolezza ma rabbia. In un contesto del genere chi guida quel gruppo dovrebbe chiedersi perché ha fatto perdere il controllo alla persona che ha davanti.
Come gestisce un gruppo di lavoro?
Credo molto nella gestione delle situazioni particolari tenendo conto delle differenze e delle sfumature che aiutano e valorizzano il concetto di equilibrio, il vero segreto di tutto. Se volessimo complicare le cose potremmo parlare di dialettiche opposte che nella realtà per me si traduce nello studiare a fondo e cercare di capire le diversità che compongono un gruppo.
Da allenatore?
Spiegando come intendevo lavorare e dicendo subito le cose che mi fanno arrabbiare.
Quali sono?
Che si parli male di un compagno – anche se ad alti livelli accedeva poco -, che si parli di quello che fanno gli altri (storico e il suo discorso sulla cultura dell’alibi, ndr), qualsiasi presunto “battesimo” di compagni più giovani, ma soprattutto la mancanza di volontà. Se una cosa non riesce, lavoriamo insieme per ottenerla ma se non hai voglia di fare, con me vai alla guerra.
Cosa sogna per la pallavolo italiana?
Stiamo lavorando sull’equilibrio tra il continuare a formare sempre più e nuove eccellenze, giocatori di “élite”, ma contemporaneamente uniformare il livello tecnico delle varie regioni d’Italia. Anche con progetti che puntino a trovare soluzioni strutturali per favorire la pratica della pallavolo dei giovani. Magari incrementando il numero dei maschi. Da noi le atlete restano la maggioranza.
e.reguitti@ilfattoquotidiano.it
Articolo Precedente
Caso Schwazer, giudice ordina supplemento di perizia: “Dubbio su colpevolezza. Ipotesi della manipolazione è l’unica sorretta da indizi”
Articolo Successivo
Jannik Sinner, Tiafoe battuto ad Anversa: il 18enne azzurro raggiunge la prima semifinale Atp. La Top 100 al mondo è a un passo
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ultimi articoli di FQ Sport
Calcio
Scontri sull’A12 tra ultrà di Lucchese e Perugia: un ferito, chiusa l’autostrada in Versilia
Calcio
Il Napoli perde a Como e pure la vetta. Conte: “Abbiamo crepe mentali”. E sabato c’è l’Inter
Tennis
Mirra Andreeva, la 17enne tennista russa entra nella top 10 al mondo: è la più giovane di sempre a vincere un torneo Wta 1000
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.