“Subito dopo l'eliminazione, arrivo in studio e Daria Bignardi mi fa vedere un filmato - ha ricordato Volpini -: c'ero io commentato dalla Gialappa's Band. Rimango a bocca aperta e dico: 'Wow, sono protagonista del programma che più mi piace'. Passano pochi istanti e capisco di essere diventato per tutta Italia l'Ottusangolo. Non ero più Sergio Volpini. Ero diventato l'Ottusangolo o Sergio del Grande Fratello"
“Morirò da Ottusangolo”. È l’amara costatazione di Sergio Volpini, uno dei concorrenti storici della prima edizione del Grande Fratello. Quando entrò nella Casa più spiata d’Italia, assieme a Pietro Taricone e Rocco Casalino, aveva 25 anni, veniva da Ancora ed era un surfista belloccio. “Avevo la presunzione del giovane 25enne. Prima di entrare nella Casa avevo studiato a menadito il format olandese, che ancora nessuno conosceva bene: credevo di aver capito come funzionasse il Grande Fratello, invece sapete com’è andata a finire, proprio a me? Tutto quello che pensavo di aver fatto di interessante, non è mai andato in onda”, ha ricordato durante una lezione all’Università Cattolica organizzata in occasione del ventennale del reality.
“Subito dopo l’eliminazione, arrivo in studio e Daria Bignardi mi fa vedere un filmato – ha ricordato Volpini -: c’ero io commentato dalla Gialappa’s Band. Rimango a bocca aperta e dico: ‘Wow, sono protagonista del programma che più mi piace’. Passano pochi istanti e capisco di essere diventato per tutta Italia l’Ottusangolo. Non ero più Sergio Volpini. Ero diventato l’Ottusangolo o Sergio del Grande Fratello. Da quel momento, per un po’ di anni, ho dovuto cavalcare quei difetti che la Gialappa’s mi aveva trovato. Ho dovuto accettare il fatto di dare al pubblico solo l’Ottusangolo, perché per il resto non c’era interesse. L‘ho anche studiata all’Università questa cosa: si chiama gelotofobia (è la paura di essere deriso, ndr)”.
Volpini, ormai 44enne con la passione (rimasta intatta) per il surf, aveva provato a farsi dimenticare trasferendosi all’estero. Invano. “Le ho provate tutte per farmi dimenticare come Ottusangolo. Nel 2010 me ne sono andato a lavorare all’estero, era l’unica chance per tornare a essere uno sconosciuto. Ma dopo dieci anni sono rientrato in Italia e vedo che è rimasto tutto uguale. Sono destinato a morire Ottusangolo, non c’è niente da fare”.