L'autore televisivo che è stato a La Prova del Cuoco, Miss Italia e recentemente a La vita in diretta Estate è accusato di aver promesso un posto di lavoro al figlio del giudici tributario Fernando Spanò, per pilotare a proprio favore la sentenza relativa a un accertamento di quasi 230mila euro. Vicino a Salvini, era in pole per dirigere il primo canale: poi fu scelta De Santis
C’è anche il professionista irpino Casimiro Lieto, autore televisivo Rai che è stato a La Prova del Cuoco, Miss Italia e recentemente a La vita in diretta Estate, tra i sette arrestati dell’inchiesta della Procura di Salerno sulla compravendita delle sentenze tributarie. L’accusa è corruzione in atti giudiziari. Secondo le indagini della Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale, Lieto avrebbe promesso un posto di lavoro al figlio di Fernando Spanò, presidente della quarta sezione della Commissione tributaria di Salerno e già coinvolto a maggio nella prima tranche delle indagini, per pilotare a proprio favore la sentenza relativa a un accertamento di quasi 230mila euro. Il ricorso di Lieto fu accolto il 14 luglio 2017 e la corruzione sarebbe avvenuta in concorso con Antonio Mauriello, già giudice tributario e attualmente membro del Consiglio nazionale della giustizia tributaria a Roma. Lieto e Mauriello sono finiti in carcere e per il primo viale Mazzini “ha avviato l’iter per la risoluzione del contratto di collaborazione”. Lieto, come scrissero all’epoca molti giornali, era uno dei nomi in pole per la direzione di Rai 1, grazie alla sua vicinanza alla Lega e all’ex vice premier Matteo Salvini. Poi fu tenuto fuori dalla partita con la scelta di Teresa De Santis, proprio per evitare polemiche, visto che l’autore era molto legato a Elisa Isoardi, allora ancora fidanzata con il leader del Carroccio.
Tra gli episodi contestati nell’inchiesta “Ground Zero 2” ci sono la cancellazione di un debito con l’Erario di oltre 35 milioni di euro ottenuto da una società di Sarno (Salerno). Per un’altra società di Angri (Salerno), l’indebito vantaggio ottenuto supererebbe i 5 milioni di euro, mentre per una terza società di Avellino la somma annullata raggiungerebbe il milione di euro. “Grandissimo Presidente, presidente un gol, un gol da campionato del mondo, ma io lo sapevo che lo poteva fare solo un presidente sto gol”. Così al telefono uno dei beneficiari di una sentenza tributaria pilotata parlava con un giudice tributario, complimentandosi per il risultato ottenuto.
“I protagonisti di tali vicende, mostrando un individualismo forsennato capace con il danaro di travolgere anche le garanzie minime di uno Stato democratico, sono portatori di rara delinquenza certamente da arginare con l’applicazione di misure cautelari”, scrive il gip del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo, nell’ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per sette indagati.
Gli arresti di oggi sono “il seguito della prima ordinanza di metà maggio quando ci furono già 14 arresti tra giudici tributari, consulenti, funzionari delle commissioni tributarie e imprenditori. Anche in questo caso sono emersi, sulla base di ulteriori approfondimenti, delle dichiarazioni rese da alcuni indagati elementi indiziari confermativi di ulteriori episodi di corruzione: ulteriori 10 sentenze pilotate per circa 40milioni di euro tra imposte, interessi e sanzioni in atti dell’ufficio dell’agenzia delle entrate, delle dogane e della guardia di finanza”. Così il generale Danilo Petrucelli, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, commentando l’operazione di questa mattina.
“In quest’indagine – prosegue Petrucelli – si incrociano due tipologie: la corruzione del pubblico ufficiale e l’evasione fiscale dove l’azione di contrasto dell’amministrazione finanziaria è stata frustrata da queste intese sottobanco tra funzionari della commissione tributaria e consulenti e imprenditori. Elemento di novità è che in questo caso è emerso il coinvolgimento anche di un funzionario della commissione tributaria provinciale mentre nella prima fase delle indagini tutti i casi di sentenze riguardavano il secondo grado di giudizio quindi la commissione tributaria regionale, sezione distaccata di Salerno”, conclude il comandante provinciale della Finanza.