Centinaia di soldati stanno presidiando le strade di Santiago, per la prima volta dal 1990, quando il Paese tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet
Il Cile torna a mettersi nelle mani dell’esercito. E nella notte nel corso dei disordini che sono proseguiti sono morte almeno tre persone in un incendio scoppiato all’interno di un supermercato saccheggiato nel comune di San Bernardo. I vigili del fuoco hanno trovato 2 corpi carbonizzati sul posto, mentre un terzo gravemente ferito è stato trasferito in ospedale, dove è deceduto poco dopo.
“Non abbiamo ancora informazioni chiare sulle circostanze dell’incendio, ma purtroppo dobbiamo segnalare che ci sono tre morti. Non sappiamo se fossero persone che stavano disturbando l’ordine pubblico o persone che lavoravano sul posto”, ha spiegato il sindaco. L’indagine è nelle mani della procura. L’ipotesi principale delle autorità è che ci sia stato un tentativo di rapinare un bancomat al momento dell’incendio. Secondo le informazioni dei pompieri, i due corpi trovati morti nel supermercato appartengono a due donne, mentre la terza vittima è un uomo.
In molte città del Paese, diversi supermercati e negozi commerciali sono stati saccheggiati, in un clima di disordini e proteste seguite alle dimostrazioni iniziate a Santiago a causa dell’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici. In risposta, l’esecutivo ha decretato stati di emergenza in almeno quattro regioni del Paese, per permettere al personale militare di aiutare a ripristinare l’ordine pubblico. Tuttavia, nonostante le misure adottate dal governo, la violenza nelle strade non è diminuita.
Il generale Javier Iturriaga del Campo, incaricato della sicurezza a Santiago del Cile durante lo stato di emergenza, ha detto che nella capitale cilena e nei dintorni sarà in vigore un coprifuoco dalle 22 alle 7 del mattino. L’esercito aiuterà la polizia a pattugliare le strade durante l’emergenza dichiarata per 15 giorni, durante i quali le autorità potranno limitare la libertà di movimento e di riunione.
Migliaia di manifestanti hanno assaltato nei giorni scorsi le stazioni della metropolitana: Iturriaga ha parlato di 41 stazioni vandalizzate su 136, ma poi il presidente Sebastian Pinera ne ha contate oltre 78. La polizia ha riferito di 156 agenti e 11 civili feriti, e oltre 300 persone arrestate. Eventi culturali e sportivi sono stati cancellati e i negozi sabato sono rimasti chiusi, come pure l’intera rete di trasporto sotterraneo. Centinaia di soldati stanno presidiando le strade di Santiago, per la prima volta dal 1990, quando il Cile tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet.
“Ho ascoltato con umiltà la voce della gente e non avrò paura di continuare a farlo, perché così si costruiscono le democrazie. Ho deciso di sospendere l’aumento del metro, ciò che richiederà la rapida approvazione di una legge, finché concorderemo un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti”, ha detto Pinera. “Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo – ha aggiunto. Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”.
Le proteste, inizialmente pacifiche, sono sfociate negli ultimi giorni in violenze e vandalismi, soprattutto ai danni delle stazioni della metropolitana dove alcuni studenti e altri cittadini hanno danneggiato tornelli e altre strutture, tanto da costringere le autorità a chiudere l’infrastruttura, con gravi disagi per la popolazione. Si prevede che lunedì venga riaperta. Proteste si sono registrate anche in altre città del Cile: Concepción, Rancagua, Punta Arenas, Valparaíso, Iquique, Antofagasta, Quillota e Talca, secondo i giornali locali.
Con i recenti aumenti, Pinera ha perso buona parte della sua popolarità e aspre critiche hanno suscitato alcune immagini diffuse in rete che lo ritraggono in un ristorante a celebrare il compleanno di un familiare venerdì sera, mentre montava la rivolta nelle strade.