Nelle 48 ore di tensione tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte da una parte e il capo politico del M5s Luigi Di Maio e il leader di Italia Viva Matteo Renzi (per diversi motivi) dall’altra, è il segretario del Pd Nicola Zingaretti a cercare di mettere il freno alla corsa alla polemica che si è scatenata sulla manovra economica. Anzi, paradossalmente dopo che la manovra è stata approvata. Alla vigilia di un vertice di maggioranza e di un cdm in cui si parlerà anche di carcere agli evasori, il leader lo fa usando un linguaggio inedito per il suo consueto stile di comunicazione: “Se in questo governo qualcuno si illude che può dire che ‘siamo d’accordo’ ma poi fa polemiche – ha detto a Non è l’Arena, su La7 – l’interesse ad andare avanti viene meno. Non accetto un gioco a chi la spara più grande“. Questo, aggiunge, “non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità, perché gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta“.
Zingaretti ha ricordato tra l’altro che “questa legge di bilancio è stata votata in Cdm da tutti i partiti, sono stati fatti gli emendamenti e si è approvata”. Per questo stop “a chi la spara più grande”. Zingaretti aggiunge che “nei quindici mesi precedenti sono stati bruciati per la non credibilità del governo precedente 20 miliardi di euro di interessi bancari sul debito. Quando è cambiato il Governo lo spread è calato. Non ricominciamo con gli sgambetti. In un governo solo per occupare le poltrone non ci rimango”.
Dalla sua, dice il leader democratico, “il Pd farà di tutto per andare avanti e per dare stabilità ma se non ci sono risultati, nel governo dobbiamo prenderne atto e dirlo agli italiani, e chi non ce l’ha fatta dovrà rispondere di questo”. Quindi l’avvertimento agli alleati, facilmente riconoscibili: “Nessuno faccia il furbetto se vogliamo andare avanti insieme, ma non per occupare le poltrone. Se le condizioni non ci sono, lo si dica ed evitiamo di farci del male”.
Zingaretti che fino ad oggi si è sottratto a ogni scambio polemico all’interno della maggioranza ha voluto però rispondere a una dichiarazione della ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, capodelegazione al governo di Italia Viva oltre che presidente del nuovo partito di Renzi, che in giornata aveva spiegato la fuoriuscita dal Pd col fatto che il partito è animato da “bande armate”. “Bellanova ha sbagliato – ha detto Zingaretti rispondendo a Massimo Giletti – Ha fatto veramente una gaffe, è scivolata su una buccia di banana perché bisogna avere memoria di cosa siano state le bande armate nel nostro Paese. Ha sbagliato, è una cosa che non si dice mai”.
Alla domanda sulle future elezioni regionali Zingaretti ha ricordato l’importanza della candidatura di Vincenzo Bianconi in Umbria, ma soprattutto quella di Bonaccini in Emilia-Romagna. Ma se il M5s non volesse?, chiede Giletti. “Se ne assumerà la responsabilità” la risposta. A fine intervista Giletti ha fatto entrare il secondo ospite di serata. Il conduttore ha quindi invitato a entrare Matteo Salvini in studio e tra i due segretari c’è stata una stretta di mano.