Lo sfratto esecutivo è previsto per martedì 22 ottobre. Ma il Caffè Greco, nella centralissima via dei Condotti a Roma, sarà aperto e sul posto ci sarà Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte dà un appuntamento molto preciso. “Dove c’è da difendere la cultura e la storia lì c’è Vittorio Sgarbi. È stato così da sempre. Per questo motivo martedì sarò a Roma a prendere un caffè all’Antico Caffè Greco che non può e non deve chiudere. Questa è una battaglia di civiltà. Contro chi pensa che col denaro è possibile fare tutto. Si può fare molto, ma non tutto. Non a scapito della memoria comune che va preservata. Per questo martedì 22 sarò presente in via dei Condotti dalle 7.30 alle 9 per offrire cappuccino e brioches ai manifestanti”. In mezzo c’è una causa tra i gestori e la proprietà, l’Ospedale Israelitico.
Non c’è solo il critico d’arte in difesa dello storico locale. “Il Caffè Greco e i suoi arredi, a partire da 250 anni fa, e quelli recentemente acquisiti sono vincolati dal 1953. Il ministero dei Beni Culturali -scrive in una Italia Nostra Roma – a tutela dello storico Caffè deve intervenire con autorevolezza sia per bloccare lo sfratto che per inventariare i contenuti vincolati. Il Codice dei Beni Culturali prevede che, in fase di sfatto esecutivo, un funzionario sia incaricato di presenziare allo sfratto, redigere un verbale ufficiale del contenuto vincolato, quadri, arredi, specchiere, porcellane, suppellettili etc., e inviare diffida al proprietario per eventuali manomissioni o asportazioni. La soprintendenza Speciale Roma ha, quindi, a norma del Codice dei Beni Culturali l’obbligo di presenziare allo sfratto esecutivo del 22 ottobre. Italia Nostra Roma, in quanto portatrice di interessi collettivi farà istanza, a chi di competenza, per poter presenziare allo sfratto esecutivo. I sigilli all’Antico Caffè Greco significano per Roma e per la comunità internazionale la polverizzazione di una funzione storica irrinunciabile”.